Garth Hudson, l’anima tastieristica di The Band, creatore di uno stile unico e irripetibile

Se n’è andato anche Garth Hudson, il 21 gennaio, a Woodstock. Era l’ultimo rimasto in vita dei componenti di The Band, uno dei più grandi gruppi della storia del rock, decisamente meritevole di quell’articolo impegnativo davanti al nome. Resta, per fortuna, la musica prodotta da quello straordinario e probabilmente irripetibile conglomerato di talenti americani (quattro canadesi, lui, Rick Danko, Richard Manuel e Robbie Robertson e uno statunitense, Levon Helm), soprattutto cinque musicisti che mettevano l’anima in qualunque cosa facessero, insieme o separati.

Garth è stato assistente di tour di Bob Dylan e ha scritto musiche per film di Martin Scorsese. Ha suonato su altri dischi importanti oltre a quelli di The Band e ha collaborato con molti musicisti tra cui gli italiani Gang con cui registrò l’ album Sangue e Cenere del 2014. E’ stato lui a volere che sul retrocopertina del brown album del 1969 fossero riportate le parole della vecchia canzone The Darktown Strutter’s Ball: I’ll be down to get you in a taxi, honey/Better be ready by half past eight/Now honey don’t be late/I want to be here when The Band starts playing…

Parole che oggi suonano come l’epitaffio più significativo di un grandissimo gruppo.

Eric Garth Hudson è nato a Windsor (Ontario) il 2 agosto 1937. Figlio di musicisti, aveva poco più di tre anni quando la famiglia di trasferì nelle cittadina canadese di London. Segue studi musicali seri, anche di clavicembalo temperato, ma si diletta a suonare nei club. Dal 1958 al 1961 aveva fatto parte del gruppo rock The Capers per poi essere invitato a unirsi a The Hawks, la band del cantante Ronnie Hawkins dove c’erano già gli altri quattro. Accetta, ma a condizione che gli acquistino un organo Lowrey e gli paghino un extra per dare lezioni musicali agli altri membri del gruppo, questo per giustificarsi con i genitori che temevano sprecasse nel rock and roll la sua formazione classica

Quando Bob Dylan li nota, tramite il manager Albert Grossman, li vuole come musicisti di studio in Blonde on Blonde e poi come gruppo accompagnatore nel suo tour del 1966, The Hawks cambiano nome in The Band. Nel 1968 incidono il loro primo album, Music from Big Pink con alcuni brani scritti da Bob e la copertina disegnata da Dylan stesso. Lo accompagneranno anche in Planet Waves del 1974.

Con il secondo omonimo disco dell’anno seguente, chiamato semplicemente The Band e noto come brown album per la copertina marrone, nascono due pietre miliari della musica americana. The Band mostrano rispetto per le radici e creatività notevole data dalla felice unione di cinque personalità musicali. Incuranti delle mode propongono un sound antico e saggio, uno stile unico altamente emozionale che si riflette anche nel loro modo di essere ordinario, lontano dai travestitismi e dagli eccessi che cominciano ad imperare. In confronto ai Rolling Stones o a David Bowie, sembrano dei mormoni. Hudson è l’anima tastieristica del gruppo e arrangiatore sapiente: suona organo e mellotron, fisarmonica e fiati, violino e violoncello. Il suo barbone da eremita faceva capolino dietro un muro di tastiere, con interventi mirati e tessiture di suono notevoli. Era l’unico membro “silenzioso” in una band di cantanti espressivi.

Rimarrà tale fino a The Last Waltz, il concerto del 1976 al Winterland che doveva essere il passo d’addio per lo scioglimento (documentato in un triplo album e in un bellissimo film di Martin Scorsese con tutti i grandi della musica di allora e di oggi, da Bob Dylan a Neil Young, da Joni Mitchell a Van Morrison) e anche dopo. Perché senza Robertson The Band qualche anno dopo si riformerà, sfornando altri tre dischi tra il 1983 e il 1999, anche se un bel po’ della magia se n’è andata.

Nel frattempo, Hudson ha lavorato a colonne sonore per Scorsese, musica elettronica per spettacoli off Broadway e ha collaborato con altri musicisti, tra cui Norah Jones, Leonard Cohen, Los Lobos, Ringo Starr, Eric Clapton e più recentemente Wilco, Lemonheads, Blue Rodeo e Mercury Rev. E ’stato uno dei protagonisti, con Danko ed Helm, del megaconcerto The Wall di Roger Waters sotto l’ex Muro di Berlino nel 1990.

Dalla California dove ha vissuto per sedici anni, nel 1991 si era trasferito a New York e aveva pubblicato il suo primo album solista, The Sea to the North solo nel 2001.

Nel 2002 ha partecipato a Burrito Deluxe, sorta di reunion dei Flying Burrito Brothers con Sneaky Pete Kleinow registrando due album, Georgie Peach e The Whole Enchilada, prima della morte di Kleinow avvenuta nel 2004. Con la moglie Maud (scomparsa nel 2022) alla voce ha dato vita nel 2005 al gruppo di dodici elementi the Best che ha pubblicato l’album dal vivo Live at the Wolf registrato a London. Nel 2010 ha realizzato il progetto A Canadian Celebration of the Band, album in cui artisti canadesi come Neil Young, Bruce Cockburn, Blue Rodeo e altri rendono omaggio alle composizioni del gruppo con versioni personali.

Il suo apporto nella costruzione del suono di The Band è stato fondamentale, così come la sua tenacia nel mantenere vivo lo spirito del gruppo anche dopo le morti di Manuel (suicida a 42 anni nel 1986) e Danko (nel 1999, di cancro, a 56 anni). Quando se ne è andato Helm, settantunenne, nel 2012, The Band di fatto non esisteva più. Negli ultimi anni Hudson (apparso per l’ultima volta in pubblico il 16 aprile 2023 a Kingston, New York per eseguire Sophisticated Lady di Duke Ellington) ha affrontato problemi di salute, appariva parecchio malandato e stanco.

Ora è Up on Cripple Creek, per sempre, insieme agli altri quattro.

ascolti

  • Bob Dylan – Blonde on Blonde (1966)
  • The Band – Music from Big Pink (1968)
  • The Band – The Band (1969)
  • The Band – Rock of Ages (1972)
  • The Band – Before the Flood (
  • Vari – The Last Waltz (1978)

visioni

  • The Last Waltz, di Martin Scorsese (film, 1978)

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