Bruce Cockburn, il meno noto dei canadesi: anima grande, raffinatezza folk jazz, impegno

Meno noto di altri illustri canadesi come Neil Young e Joni Mitchell, il cantautore Bruce Cockburn condivide con i colleghi le origini e una decisa abilità nel songwriting oltre che con la chitarra. Salito ad una certa fama a metà degli anni Settanta, ha attraversato i decenni giungendo fino ad oggi con lavori ricchi di poesia, introspezione e impegno civile, ma anche di intrecci fra rock, folk, pop e jazz e uno stile unico ed inconfondibile. come Gordon Lightfoot. Se non è diventato una celebrità come i succitati, ha comunque saputo conquistare schiere di fan fedelissimi, pronti a seguirlo nelle sue avventure sonore ondivaghe e affascinanti. In Italia, dove è venuto spesso, è atteso il 6 marzo per un concerto al Teatro Dehon di Bologna.

Bruce Cockburn è nato a Ottawa, capitale del Canada (come Paul Anka qualche anno prima) il 27 maggio 1945, dove il padre era medico radiologo. Ha iniziato fin da giovane a imparare il pianoforte e a sperimentare su una vecchia chitarra trovata nella soffitta della nonna la passione per il rock e il blues. Ha studiato anche tromba e clarinetto presso il prestigioso Berklee College of Music di Boston (diventerà docente onorario nel 2007) ma lo abbandona dopo tre semestri per suonare come busker in giro per l’ Europa. Nel 1967 si unisce alla band canadese The Esquires e fonda altri gruppi come The Flying Circus e Three is a Crowd che apriranno anche concerti di Jimi Hendrix e Cream. Ma si esibisce anche da solo nei folk club, con discreto successo

Nel 1970, dopo un’applaudito concerto al Mariposa Folk Festival del 1968, pubblica il primo, omonimo album per la nuova etichetta canadese True North nel 1970, scegliendo suoni meno rock e più acustici. In rapida successione escono High Winds White Sky (1971), Sunwheel Dance (1972) e Night Vision (1973) che con personalissimo melting pot di rock’n’roll, folk ruspante, jazz vellutato e canzone d’autore vincono ogni anno il Juno Award, Oscar della musica canadese. Nel 1974 un risveglio spirituale lo porta verso i valori della fede cristiana (come più tardi avverrà a Bob Dylan) ma negli album preferisce parlare di diritti umani ed ambientalismo piuttosto che di religione, come in Salt Sun and Time di quell’anno e comincia ad imporsi come i più interessanti songwriters della sua generazione, anche fuori dall’America.

In Italia diventa molto conosciuto, grazie ad una rivista come Mucchio Selvaggio con gli album In The Falling Dark del 1976 (che dà il titolo anche ad un volume di testi di cantautori americani e inglesi, Mentre cala l’oscurità, pubblicato dall’editrice del mensile) e Further Adventures Of del 1978, quelli con cui ne abbiamo scoperto le doti artstiche.

Venti dischi d’oro e di platino, dieci Juno Awards (gli Oscar della musica canadesi) premiano una dimensione elegantemente commerciale ma anche l’impegno sociale e civile dei testi. L’album Dancing in the Dragon’s Jaw del 1979 con il singolo Wondering Were The Lions Are (21 nelle charts Usa) lo impone all’attenzione generale e lui partecipa come ospite al Saturday Night Live.

Gli anni Ottanta con le loro sonorità elettroniche lo vedono un po’ in disparte, ma sempr oggetto di culto devoto. Se scompare dai riflettori e dalle classifiche, riesce comunque a riapparire con lavori sempre curati e che colpiscono per sincerità e doti artistiche, in un mondo spesso dominato dalla ricerca delle charts a tutti i costi. Humans, l’album del 1980 parla del suo doloroso divorzio ed è caratterizzato da un’approccio più aggressivo e rock. Con Inner City Front (1981) dopo un viaggio in Centro America al seguito dell’organizzazione umanitaria Oxfam, ribadisce il suo impegno verso il Terzo Mondo

Stealing Fire, che esce nel 1984 contiene l’invettiva politica di If I Had a Rocket Launcher, che aggiorna il martello di If I Had a Hammer, vecchia canzone folk, con un lanciarazzi e inaspettatamente va in classifica. Politica e amore sono ancora al centro di World of Wonders del 1986, poi Cockburn cade in una sorta di blocco dello scrittore che lo costringe a una lunga pausa. Il suo periodo 1970-87 resta comunque ben documentato nella raccolta Waiting for a Miracle pubblicata nel 1987.

La rinascita avviene grazie a T-Bone Burnett, cantautore e produttore che condivide la sua visione spirituale e civile e lo aiuta a far uscire Nothing but a Burning Light per la Columbia, con Booker T.Jones all’organo hammond, Jackson Browne ai cori e una versione eccellente di Soul of a Man, gospel-blues di Blind Willie Johnson. Burnett gli produce anche il convincente, maturo Dart to the Heart nel 1994. Nel mezzo pubblica un vendutissimo album di canzoni natalizie Christmas (1993), sei volte di platino in Canada.

Seguono nel 1996 il live The Charity of Night con ospiti come Bonnie Raitt e Ani Di Franco e, due anni dopo, Breakfast in New Orleans, Dinner in Timbuktu, manifesto del suo eclettismo musicale che contiene una hit come Last Night of the World.

E’il 2001 quando Cockburn entra nella Canadian Rock and Roll of Fame insieme ad un altro iconico songwriter come Gordon Lightfoot. Nel 2003 fa uscire You’ve Never Seen Everything (non avete ancora visto tutto) con ospiti ancora Browne ed Emmylou Harris dimostrando che ha davvero qualcosa da dire a livello musicale, anche in un paesaggio profondamente modificato. Segue, nel 2005, Speechless, disco interamente strumentale in cui può mostrare tutte le sue capacità di virtuoso.

E’attivo nel Terzo Millennio ancora con quattro lavori ben distanziati nel tempo, incurante di qualunque necessità di produzione: Life Short Call Now (2006), un’elaborata raccolta di canzoni orchestrate prodotta da John Goldsmith, il totalmente acoustico Small Source of Comfort(2011) con una formazione ridotta, Bone on Bone (2017) parzialmente ispirato dal celebre poeta canadese Al Purdy e Crowing Ignites (2019), ancora tutto strumentale. Poco dopo viene introdotto nella Canadian Songwriters Hall of Fame insieme all’illustre collega Neil Young. Nel periodo fa uscire altri due live, testimonianza delle sue doti dal vivo: Bruce Cockburn Live on World Cafe (2002) e Slice o Life (2009) in splendida solitudine sul palco.

Il suo ultimo lavoro è del 2023. O Sun O Moon lo vede alla prese, barba candida da patriarca biblico, con ballate folk e scorribande jazzistiche, insieme a vocalist ospiti come Shawn Colvin, Buddy Miller, Sarah Jarosz e Allison Russell, confermandolo come uno dei migliori cantautori e musicisti sulla scena mondiale.

Il nome di Bruce Cockburn non dice molto ai più, se non ai fedeli appassionati, ma è un artista di enorme talento, indubbiamente da scoprire ed apprezzare.

Ascolti

  • Salt Sun and Time (1974)
  • In the Falling Dark (1977)
  • Further Adventures of (1978)
  • Dancing on the Dragon’s Jaws (1980)
  • The Charity of Night (1996)
  • O Sun O Moon (2023)

parole

  • Rumours of Glory (autobiografia, 2014)

visioni

  • Bruce Cockburn live Full House Hamburg (dvd, 1986)
  • Bruce Cockburn Pacing the Cage (dvd, doc., 2013)

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