Joe Pisto e Fausto Beccalossi dipingono musica all’Auditorium Bacchelli di Bologna

Musica che si muove e smuove, quella di Joe Pisto e Fausto Beccalossi. I due hanno offerto un saggio della loro dinamica musicale, frutto di una perfetta intesa, all’Auditorium Bacchelli a Bologna, in un concerto nell’ambito della rassegna Incontri di Stile, organizzata dalla Wind Orchestra Reno Galliera. Chitarra e fisarmonica, formula semplice, per condurre l’ascoltatore in un viaggio tra diverse latitudini sonore

Si parte con Paris, dove è già evidente la sintonia reciproca, levigato manouche che sprigiona le prime emozioni. Sia che conducano la danza con i rispettivi strumenti, sia che si facciano ritmica l’uno dell’altro, il lucano Pisto e il bresciano Beccalossi si integrano perfettamente in una ricerca melodica e armonica che smuove, appunto, l’anima di chi ascolta. E’ musica deliziosamente senza tempo, eppure così contemporanea come quella racchiusa nell’ultimo album appena uscito, Respiro (Belfagor Label, 2025), secondo lavoro in coppia dopo Interplay del 2018, per la stessa etichetta. Sevilla è spagnoleggiante il giusto, con tinte sudamericane di saudade brasiliana, i fraseggi vocali di Joe in sincronia con la chitarra riportano a Pino Daniele ma anche al lavoro di Nana De Vasconcelos o Pedro Aznar con Pat Metheny.

Joe Pisto, dita agili sulla chitarra

La musica si muove sui binari di un collaudato affiatamento, di un incisivo interplay tra i due. Le dita corrono agili sulle rispettive tastiere, il mantice di Beccalossi pompa melodie che Pisto rincorre infilandosi negli spazi di “respiro” (appunto) lasciati dalla fisarmonica. E viceversa. Così la musica veleggia e si innalza, toccando vertici di pura bellezza, evitando le buche più dure della ripetitività (che spesso è il pericolo di concerti come questi) per scorrere libera e fluida tra gli interstizi del cuore. Due strumentisti di assoluto valore ricamano tessiture sonore soffuse e deliziose. Il treno mima i suoni della locomotiva con tanto di fischio per poi sprigionare velocità in crescendo. Valse pour l’amour perdu è una balaustrata di brezza su cui appoggiare la malinconia del titolo, seguita da L’amante che libera altre suggestioni. Waiting for con la sua struttura composita e un senso perfettamente espresso di attesa prelude poi a Father Song, arpeggiata magistralmente e dedicata al padre di Pisto, mentre in Andalusia anche Beccalossi, tra i fisarmonicisti italiani più apprezzati a livello internazionale, si esprime vocalmente con efficacia.

Dall’estremo ovest di Europa a Cuba il passo è breve, con Habanera se ti lasci trasportare e qui si chiuderebbe il viaggio. Ma il pubblico, attento e concentrato, dopo aver punteggiato il concerto di applausi tempestivi, chiede ancora un brano. E quindi ci sarà spazio per Il sole di notte, paesaggismo impressionista tra canti di uccelli e sussurri notturni. Pisto e Beccalossi hanno dipinto grande musica al Bacchelli, uno spazio interessante che va popolandosi di concerti, mostre fotografiche (Luca Nicoli) ed idee grazie alla nuova gestione dell collettivo di artisti guidato da Antonio Rimedio che ospiterà altre chitarre: Gianluca Maccarone (23 febbraio), Lucio Ferrara & Davide Brillante (16 marzo), Massimo Tagliata & Andrea Dessì (29 marzo), Antonio Stragapede (6 aprile).

Fausto Beccalossi, eleganza e melodia

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