Quincy Jones, il Re Mida della musica, da Miles Davis a Michael Jackson fino a The Weeknd

Quincy Jones, scomparso a 91 anni il 3 novembre, sarà probabilmente ricordato come il creatore del più grande successo discografico di tutti i tempi, Thriller di Michael Jackson (110 milioni di copie vendute) ma ha messo la mano su alcuni dei capitoli più importanti della storia musicale recente, collaborando con artisti di estrazione diversissima come Miles Davis e Frank Sinatra, Tony Renis e Ray Charles. Strumentista di non particolare talento, lo ha dimostrato invece come compositore e arrangiatore. Un Re Mida della musica che ha trasformato in oro tutto quello che ha toccato, vincitore di ben 26 Grammy, autore della mitica We Are The World che nel 1985 ha riunito a cantare Bob Dylan e Tina Turner, Springsteen e Stevie Wonder in favore dell’Africa. Un colosso della pop music più raffinata.

Nato a Chicago il 14 marzo del 1933, Quincy Delight Jones jr. impara presto ad affrontare difficoltà economiche e la malattia mentale della madre con l’aiuto della musica. Studia il piano da autodidatta e a scuola impara la tromba regalata dal padre che ha il suo stesso nome. A dieci anni, quando la famiglia di trasferisce a Bremerton, nei dintorni di Seattle, diventa amico di un tredicenne cieco che suona il piano e si chiama Ray Charles. Formano un duo e cominciano ad esibirsi nei locali. Nel 1951, il diciottenne Quincy vince una borsa di studio per il prestigioso Berklee, ma abbandona presto gli studi per seguire in tournée la big band di Lionel Hampton con cui rimane quattro anni.

Jones è un bravo trombettista, ma il suo talento è un altro e lo mette presto a frutto. Compone e arrangia, contribuendo al successo del disco di Clifford Brown con Helen Merrill che viene considerato un capolavoro da critica e pubblico jazz. Richiestissimo, diventa arrangiatore per Count Basie, Sarah Vaughan, Gene Krupa e per il vecchio amico Ray Charles che gli chiedevano di “aggiustare” i loro brani. E Quincy è un “meccanico” fantasioso e abilissimo: nel 1956 quando torna da un tour in Medio Oriente e Sud America con Dizzy Gillespie, viene ingaggiato dall’ABC e inizia la sua carriera come leader di una band personale.

L’anno dopo si trasferisce a Parigi per studiare composizione con due leggende come Nadia Boulanger e Oliver Messiaen. Diventa direttore musicale dell’etichetta Barclays che distribuisce in Francia la Mercury Records e scrive arrangiamenti per chansonniers come Henry Salvador, Charles Aznavour e Jacques Brel. Dirige l’orchestra con cui accompagna il più grande cantante americano di jazz, Billy Eckstine, in un concerto diventato poi album famoso.

Ma la sua band ha costi elevati e Jones non è in grado di far quadrare i bilanci, va in crisi finanziaria e per aiutarlo Irving Green, boss della Mercury lo promuove direttore della divisione di New York dell’etichetta. Si trova così a lavorare con Frank Sinatra, Barbara Streisand e Tony Bennett, passando così dal jazz al meglio del pop statunitense.

Nel 1964 arriva a diventare vicepresidente dell’etichetta, primo afroamericano nella storia e nello stesso anno viene invitato dal regista Sydney Lumet a comporre la colonna sonora del film The Pawnbroker (L’uomo del banco dei pegni). Lavora anche in Italia, arrangiando il 45 giri collodiano di Tony Renis, Cara Fatina/Lettera a Pinocchio per la CGD con Phil Ramone come tecnico del suono. Il disco ha un successo internazionale e viene pubblicato in ben sette lingue.

Quando Hollywood chiama, Quincy risponde senza esitazioni. Molla la Mercury e se ne va a Los Angeles a comporre colonne sonore a tempo pieno: tra le più celebri La vita corre sul filo (1965) di Sydney Pollack, A sangue freddo (1967) di Richard Brooks e soprattutto La calda notte dell’Ispettore Tibbs (1967) di Norman Jewison con Sydney Poitier e Ray Charles che canta In The Heat of the Night e Getaway! (1972) di Sam Peckinpah con Steve Mc Queen. Scrive anche le musiche per progammi tv di successo come Ironside, Sanford and Son, Radici e The Bill Cosby Show

Nel 1974, dopo essere stato colpito da un aneurisma cerebrale che richiese due interventi chirurgici, aveva dovuto smettere di suonare la tromba per divieto dei medici che volevano evitargli pericolosi aumenti di pressione sanguigna intracranica. Nel frattempo ha accumulato una vera fortuna che gli ha permesso di acquistare i diritti di autore di 1600 titoli. Nel 1984 riportò in sala di incisione Sinatra per un album di successo, L.A. is My Lady trainato dal singolo omonimo e l’anno dopo scrisse la colonna sonora de Il Colore Viola, film di Steven Spielberg interamente recitato da artisti di colore.

Continua comunque nella sua attività di produttore e arrangiatore e lavora con Miles Davis, Dinah Washington, Frank Sinatra, la cantante greca Nana Mouskouri e, nel 1985 è l’artefice del successo di Thriller di Michael Jackson che venderà la bellezza di 100 milioni di copie. Per Jackson aveva prodotto anche Off The Wall (30 milioni) e il successivo Bad (45 milioni), dopo averlo incontrato sul set di The Wiz, il rifacimento del film il Mago di Oz. Ha anche inciso dischi in proprio come Big Band Bossa Nova, I Heard That, Mellow Madness e The Dude, quello con Ai No Corrida. Ha lavorato anche con musicisti italiani: Gianni Basso, Oscar Valdambrini, Gianni Bedori e Tullio De Piscopo.

Sempre nel 1985, insieme a Michael Jackson, raduna i maggiori artisti americani (parata di star davvero impressionante, divertitevi a riconoscerle nel video) per registrare We Are The World, brano scritto da Jackson e Lionel Richie per raccogliere fondi a favore dell’Africa colpita da carestie. L’impegno sociale di Jones risale agli anni Sessanta quando fu a fianco di Martin Luther King per la lotta ai diritti degli afroamericani. E’ stato anche fondatore dell’ IBAM (Institute for the Black American Music) ed ha spesso organizzato eventi benefici insieme a Bono degli U2. Con la sua Listen Up Foundation raccolse fondi nel 2001 per le case in Sudafrica e nel 2004 ha radunato su un palco a Roma davanti a mezzo milione di spettatori Carlos Santana, Alicia Keys, Angelina Jolie, Evander Holyfield e Chris Carter, sempre a favore del Sudafrica.

Insieme a David Saltzman ha anche fondato la QDE, compagnia di tecnologie multimediali e nel 2001 ha pubblicato la sua prima autobiografia, Q, Nel 2007 ha suonato insieme a Herbie Hancock, in omaggio al genio di Ennio Morricone il brano The Good The Bad and The Ugly . Ultmamente la sua attività musicale si era diradata, dopo quasi settant’anni di carriera: ha collaborato con The Weeknd alla produzione dell’album Dawn FM del 2022.

Una vita nel mondo della musica, con intelligenza, fantasia e un’enorme capacità di realizzare progetti. Un produttore-musicista a suo agio con vari generi, in grado di creare uno stile ed un marchio inconfondibile. Un professionista con cui tutti gli artisti avrebbero voluto lavorare perché sapeva capire e “sistemare” il suono, trasformando una canzone in un successo mondiale. Senza, in fondo, inventare niente di nuovo, come lui stesso riconosceva.

“La musica mi ha dato libertà. Non trovate sia incredibile che da più di 700 anni usiamo tutti le stesse 12 note? Tutti! Bach, Brahms, Beethoven, Basie, Bird, Bo Diddley… Le stesse 12 fucking notes! It’s heavy, man.”

Ma lui ha saputo metterle insieme bene, non trovate?

ascolti

  • Big Band Bossa Nova (1962)
  • Body Heat (1974)
  • The Dude (1981)
  • Michael Jackson – Thriller (1985)
  • Vari – We Are The World (1985)

parole

  • Q. L’autobiografia di Quincy Jones

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