“Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne”. Le parole della poetessa statunitense Maya Angelou dipingono con estrema precisione il destino di una guerriera. Ci si aggrappa alla vita e si combatte non per pura sopravvivenza, ma per riconquistare con orgoglio tutto ciò che appartiene. Tina Turner è la regina delle guerriere e ha avuto il coraggio di stravolgere la sua vita per riaffermarsi e riappropriarsi pienamente della propria libertà.
Anne Mae Bullock nasce il 26 novembre del 1939 a Nutbush, nel Tennessee. La sua infanzia non è facile e non solo per la dolorosa separazione dei genitori. Il rapporto con una madre incapace di esprimerle affetto la segnò profondamente, al punto da farle pensare di essere una figlia indesiderata. Si aggrappò alla sorella maggiore e alla nonna materna, ma non riuscì a colmare quel vuoto d’affetto per tutta la sua vita. Da bambina cantava nel coro della ‘chiesa santificata’ in animate esibizioni in cui si ballava e si battevano le mani invocando lo Spirito. Ai suoi occhi quelle celebrazioni apparivano come uno show e lei vi partecipava con entusiamo, consapevole fin dalla prima infanzia del proprio incredibile talento canoro. “Non ho mai avuto l’ansia da palcoscenico. Già da bambina ero consapevole di poter cantare meglio delle donne adulte che conoscevo. Era un talento innato. Il mio dono era la voce e io sapevo come usarlo.”
Era solo una ragazzina quando conobbe Ike Turner. Lui non avrebbe mai potuto ignorare l’incredibile voce e il portentoso carisma che la piccola Anne esprimeva sul palco e le chiese subito di cantare con il suo gruppo. La relazione amorosa iniziò qualche tempo dopo, quando lei ancora diciottenne aveva già un figlio e lui moglie e due figli. La svolta avvenne quando incisero il singolo A fool in love: il capo della Sue Records fece notare ad Ike il valore incommensurabile di Tina e le cose fra di loro cambiarono drasticamente. La loro unione iniziò gradualmente ad essere stritolata dagli interessi economici e dalla brama di successo. Ike era un ottimo chitarrista, ma era fuori di dubbio che fosse Tina a calamitare l’attenzione del pubblico sul palco. Ad Ike serviva Tina per raggiungere e mantenere il successo. E avrebbe fatto di tutto per tenerla accanto.
Fu allora che Anne lasciò il suo nome di battesimo per quello di Tina. Il nome della band mutò così da Kings of Rhythm ad Ike & Tina Turner. Erano già marito e moglie e presto ebbero anche un figlio loro. Quando apparivano sul palco o nelle esibizioni televisive erano semplicemente strepitosi. Trasmettevano l’idea di una gioia e di un’unità che però non corrispondeva esattamente alla realtà personale. Solo negli anni successivi Tina ha raccontato in più occasioni le violenze e le umiliazioni subite dal marito. Non ha mai fatto mistero dell’incredibile talento musicale di Ike, ma è stata altrettanto onesta sulla sua anima tormentata che lo spingeva a qualunque angheria nei suoi confronti.
Nonostante la burrascosa situazione familiare, fatta di tradimenti e percosse (perché per intenderci la povera Tina finì più di qualche volta in ospedale per le violenze subite), il successo finì comunque per travolgerli. Sono indimenticabili le esibizioni con le Ikettes in cui Tina sgambettava con una scioltezza vertiginosa e cantava con un’energia pazzesca. C’era qualcosa di tremendamente selvaggio e impareggiabile nelle sue performance, che nel tempo le ha conquistato un posto tutto suo nella storia della musica rock e soul. Quando Tina canta e muove velocemente il bacino sgambettando è praticamente impossibile restare fermi a guardarla. È una vibrazione positiva che trascina lo spettatore in un vortice carico di energia e passione. Ne è un esempio la celeberrima Proud Mary, che negli anni a venire divenne uno dei brani più richiesti nelle esibizioni live di Tina.
Il successo non servì a risolvere i problemi familiari ed in un certo senso li amplificò, perché Ike sviluppò una dipendenza dalla cocaina. Tina agli inizi nemmeno immaginava la possibilità di uscire da quell’incubo. Ike la controllava non solo nella vita privata, ma lo faceva anche musicalmente imponendole un certo modo di cantare e di esibirsi. La strada per la liberazione iniziò quando nel 1966 Phil Spector le offrì di collaborare. Inizialmente Ike rifiutò, perchè poco tollerava progetti che non gli consentissero di mantenere il completo controllo. La possibilità di lauti guadagni gli fece ovviamente cambiare idea. Per Tina fu una ventata di aria fresca che l’aiutò a maturare una nuova consapevolezza di sè stessa e delle sue possibilità. Spector era un tipo a dir poco bizzarro che finì per spendere in sedute di registrazione per una sola canzone quanto per un intero album. Aveva un’idea precisa di come doveva essere cantata quella canzone e sapeva che solo Tina poteva soddisfare le sue aspettative. Il brano era River Deep – Mountain High, scritto dallo stesso Spector con Jeff Barry e Ellie Greenwich. “Solo la melodia” le disse e per Tina fu illuminante, perché scoprì che c’era un altro modo di cantare oltre quello insegnato da Ike. Gradualmente si insinuò in lei l’idea che poteva esserci un’altra vita, un’esistenza fatta di libertà e di gioia di vivere.
Nel 1974 Tina ebbe un’altra occasione per mettere alla prova sè stessa senza Ike e questa volta lo fece come attrice nel cult movie ‘Tommy’ basato sull’omonimo album dei Who. Interpretare il ruolo di Acid Queen non fu solo divertente, ma la catapultò nella consapevolezza che voleva molto di più dalla sua vita professionale. “Fu uno dei rari viaggi che Ike mi permise di compiere da sola e per tutto il periodo in cui rimasi a Londra mi sentii come un uccellino fuggito dalla gabbia. Ero molto felice che Ike non fosse coinvolto in alcun modo, che non ci fosse nessuna chitarra per lui da suonare, e mi dissi: ‘Posso farcela senza di te’”.
Tina non ebbe l’appoggio di nessuno nel difendersi dal marito, nè tantomeno ricevette aiuto nel riprendersi la sua vita. Come lei stessa ha raccontato, agli occhi del mondo e della sua stessa famiglia lei era Tina Turner solo finché fosse rimasta accanto ad Ike. A che cosa era pronta a rinunciare per riavere indietro la sua esistenza? Fu un lungo travaglio, fino al primo luglio del 1976, quando dopo l’ennesima lite decise impulsivamente di lasciare l’albergo in cui si trovava a Dallas. Fuggì via con 36 centesimi in tasca, sfidò gli autoarticolati che le sfrecciavano accanto mentre attraversava la corsia interstatale, ma non ebbe ripensamenti e non tornò indietro. Fu ospitata dai suoi amici buddisti e si dedicò alle pulizie di casa come forma di ringraziamento. Nonostante ciò non smise per un istante di pensare a come poter ricostruire la propria carriera musicale. La prima a tenderle la mano fu Cher, che non a caso aveva trascorsi personali molto simili ai suoi, essendo lei stessa reduce dalla burrascosa separazione con Sonny. Cher aveva un suo varietà televisivo e la invitò diverse volte ad esibirsi con lei. “Arriva l’uragano Tina” usava dire per introdurre le sue scalmanate performance, in cui in genere si univa in strepitosi duetti canori.
In qualche maniera Tina riuscì a saldare il debito legato all’annullamento delle date del tour con Ike, che si era venuto a creare quando aveva deciso di scappare. Era riuscita anche a prendere una casa in affitto per ospitare i figli ormai adolescenti. Per anni ebbe il terrore di una ritorsione violenta da parte di Ike e se ne andava in giro con una pistola. Nella sua autobiografia racconta che una sera spararono al parabrezza della sua agente Rhonda e un’altra sera ci furono degli spari indirizzati verso casa sua. Nemmeno quelle minacce servirono a farle cambiare idea. Tina ottenne il divorzio da Ike nel 1978. Non volle nulla dei lauti guadagni incassati in precedenza, ma fu ferma nel pretendere di conservare quel cognome che era un marchio di fabbrica riconosciuto dal pubblico internazionale.
Il problema più grande restava quello di tornare a lavorare. Tina aveva pubblicato due album da solista, Tina Turns the Country On nel 1974 e Acid Queen nel 1975, quando ancora era con Ike, ma non avevano avuto grande successo. E lo stesso accadde con i due album Rough nel 1978 e Love nel 1979. Ricominciò ad esibirsi in grandi alberghi e casinò, curando con umiltà e dedizione ogni aspetto dei suoi spettacoli, dalla scaletta ai vestiti e alle coreografie. Tina era naturalmente contenta di ritrovare il suo pubblico e di poter esprimere sul palco tutta la sua energia. Sognava però in grande, voleva riempire gli stadi e decise di trovarsi un manager che l’aiutasse a raggiungere i suoi sogni. Il giovane Roger Davies rimase estasiato quando assistette ad una delle sue serate e decise di portare il suo spettacolo in Europa. Allargò quanto più possibile la partecipazione a programmi televisivi, fra cui ricordiamo anche quella al programma Luna Park di Pippo Baudo proprio qui in Italia.
Covava però il sogno di entrare in uno studio di registrazione per un album di successo. Il problema non era di poco conto, perché le etichette discografiche mostravano riserve all’idea di una Tina senza Ike. La svolta avvenne nel 1981, quando fece alcune serate al Ritz di New York. In una di queste duettò con Rod Stewart e i Rolling Stones le chiesero di aprire alcuni dei loro concerti. E nella terza serata accadde Dire Straits la magia. In quegli stessi giorni David Bowie era a New York per un incontro con la sua nuova casa discografica Emi. Quando gli chiesero di uscire a festeggiare l’incredibile successo dell’album Let’s Dance, ammise candidamente che sarebbe andato al Ritz a vedere la sua cantante preferita. I discografici si interessarono immediatamente a Tina dopo la benedizione di Bowie. Quella notte Tina, Bowie e Keith Richards la trascorsero insieme a parlare, bere e cantare all’interno di una suite dinnanzi agli occhi increduli del suo manager.
Presto si ritrovò in studio e insieme a Martin Ware e Glenn Gregory degli Heaven 17 e registrò la cover di Let’s stay together di Al Green. Il brano piacque e le fu data l’opportunità di lavorare ad un intero album. Nel 1983 pubblicò Private Dancer e fu un successo planetario. What’s love Got to Do with it vinse tre grammy e il videoclip fu premiato come miglior video femminile all’MTV Video Music Awards. Tina non era molto convinta della canzone agli inizi, considerate le caratteristiche pop commerciali. Eppure quel testo le calza a pennello e dipinge in maniera inequivocabile la sua la sua storia. “Chi ha bisogno di un cuore, quando quel cuore può essere infranto?” Tina aveva da poco incontrato Erwin Bach, direttore musicale della EMI. Quell’uomo sarebbe diventato suo marito e l’amore della sua vita, ma quanto deve essere stato difficile per lei fidarsi e lasciarsi andare dopo tutto quello che aveva subìto in passato? Resta indimenticabile la sequenza in cui cammina da sola per le strade di città ancheggiando sui suoi tacchi e ballando con chiunque incontri. È il potere della musica che restituisce a questa donna il meritato successo e l’amore del suo pubblico.
Sullo stesso album c’è la canzone scritta da Mark Knopfler dei Dire Straits, che dà il titolo all’intero album. “Il testo parla di prostituzione. Nella mia vita non ho mai dovuto abbassarmi a tanto, ma penso che tutti noi a un certo punto ci siamo trovati nella condizione di venderci, in un modo o nell’altro. Quando cedevo davanti a Ike, quando stavo zitta per evitare un litigio, quando restavo con lui anche se volevo andarmene… Pensavo a tutto questo mentre cantavo, alla tristezza di fare cose che non vuoi fare, giorno dopo giorno”. L’interpretazione di Tina è magistrale, toccante e al tempo stesso misurata e carica di dignità. È commovente ascoltarla ripensando alla sua storia, in una performance drammatica e al tempo stesso raffinata.
Nello stesso anno ci fu la storica esibizione live con David Bowie in cui interpretano il brano Tonight. Si è sempre chiaccherato molto della loro amicizia e Tina ha sempre smentito che fra di loro ci sia stato un flirt. Eppure sul palco sono stati capaci di tramettere un’intesa e una complicità carica di sensualità e affetto. L’eleganza di Bowie si mescola all’energia di Tina in un mix che è passato agli annali della storia del rock.
Due anni dopo Tina partecipò alla kermesse del Live Aid in una indimenticabile e scatenata esibizione con Mick Jagger. In un’epoca in cui non esisteva il politicamente corretto, Mick le strappò via la gonna lasciandoci sbalorditi dinnanzi ad uno spettacolo estremamente sensuale e al tempo stesso autoironico. A quarantasei anni suonati, Tina era splendente e piena di vita come una ragazzina e aveva una voce a dir poco stratosferica.
Il 1985 è anche l’anno della partecipazione come protagonista accanto a Mel Gibson nel film Mad Max: oltre la sfera del tuono. Il personaggio di Aunty Entity sembra cucito addosso a Tina che lo incarna con entusiasmo. “La donna che sono nel profondo assomiglia moltissimo a Entity, forte e capace di riprendersi dopo ogni caduta. È una donna che ha perso tanto e poi ha dovuto lottare per ottenere il rispetto degli uomini del suo mondo. Le sue battaglie mi erano familiari, perché le avevo vissute in prima persona”.
Nel 1986 pubblica Break Every Rule con la partecipazione di artisti del calibro di Bryan Adams (il quale aveva una vera venerazione per Tina), David Bowie, Mark Knopfler, Phil Collins e Steve Winwood. Anche questa volta si trattò di un enorme successo commerciale. A tutt’oggi l’album ha venduto più di dodici milioni di copie. Il tour mondiale che ne seguì fu qualcosa di sbalorditivo e finalmente Tina coronò il sogno di esibirsi dinnanzi a sterminate praterie di pubblico. Nella tappa di Rio de Janeiro lo fece davanti a centottantamila persone entrando così nel Guiness dei primati.
Il 1989 è l’anno di Foreign Affair che ebbe meno successo degli album precedenti, ma da cui è tratta l’indimenticabile The Best a cui molti di noi tendono ancora oggi ad associare Tina nell’immaginario comune. Nel 1995 canta Golden Eye per la colonna sonora di ‘James Bond’, un brano scritto per l’occasione da Bono Vox e The Edge degli U2. E nel 1996 pubblicò Wildest Dreams con l’occasione di altre importanti collaborazioni fra cui i Pet Shop Boys e Sheryl Crow. In Your Wildest Dream è un incredibile duetto vocale con Barry White in cui le loro voci morbide e intense si intrecciano in un gradevolissimo soul.
Nel 1998 Tina torna ad affacciarsi nel nostro paese per duettare questa volta com Eros Ramazzotti nel brano Cose della Vita. E nel 1999 pubblica il suo ultimo album Twenty Four Seven. Gli anni 2000 sono quelli che la vedono duettare con Elisa nel brano Teach me Again i cui proventi furono destinati all’Unicef in una raccolta di fondi per la malnutrizione infantile in Africa. Nel 2008 ci fu il suo ultimo tour che festeggiava i suoi cinquant’anni di carriera. A sessantanove anni Tina si esibiva ancora cantando e ballando e non disdegnava di salire su un braccio meccanico chiamato l’Artiglio con l’energia e lo slancio di una ragazzina.
Nel 2009 Tina decise di ritirarsi dalle scene. Era una donna professionalmente soddisfatta ed era felicemente sposata. Eppure le avversità l’attendevano ancora e negli anni successivi fino ad oggi ha dovuto affrontare serissimi problemi di salute. Ha superato con fatica gli esiti di un ictus, un cancro all’intestino, fino alla dialisi. Il marito Erwin le ha donato un rene e quando finalmente per stava per uscire dall’incubo dei suoi problemi di salute, suo figlio Craig si è tolto la vita e Tina ha dovuto affrontare anche la perdita più grande che un genitore possa patire.
Eppure Tina è ancora con noi. È assente da anni dalle scene, ma il suo coraggio, la sua incredibile forza, quella voglia di rialzarsi e andare avanti è ancora viva davanti ai nostri occhi. “Il mio messaggio di saluto a voi esprime i sentimenti che provo per la storia della mia vita. Ricordando l’antica massima buddhista ‘Si può sempre trasformare il veleno in medicina’. Ora posso guardarmi indietro e comprendere il mio karma. Dal male è nato il bene. Dal dolore è nata la gioia. E non sono mai stata così assolutamente felice come oggi”. Non è mai stato facile per lei parlare della sua storia, ma lo ha sempre fatto con coraggio e dignità. Nelle interviste con Oprah Winfrey, nella sua autobiografia e quando ha curato direttamente i dettagli della produzione di Tina Turner, the musical a lei dedicato nel 2018.
Fra le sue letture preferite c’è Dante, perché come nel rocambolesco cammino del sommo poeta dall’inferno al paradiso, lei stessa è riuscita ad emergere dall’incubo per ritrovare l’armonia. Tina è consapevole di poter essere un esempio per tutte le donne che subiscono violenza e non trovano la forza di voltare pagina. Attraverso la sua vita, il suo incredibile talento, il suo infinito coraggio ci trasmetterà per sempre la voglia di non arrenderci mai.
ascolti
- Ike & Tina Turner – Dynamite (1962)
- Ike & Tina Turner – Workin’ together (1971)
- Tina Turne – Private Dancer (1984)
- Tina Turner – Break Every Rule (1986)
- Tina Turner – Wildest Dream (1996)
parole
- Tina Turner – My love story. L’autobiografia (ed. Harper Collins, 2018)
visioni
- Tommy, regia di Ken Russell – 1975
- Mad Max: oltre la sfera del tuono, regia di George Miller e George Ogilvie – 1985