Lopez e Solenghi, i ragazzi irresistibili al Duse in uno show scoppiettante di comicità intelligente

Massimo Lopez e Tullio Solenghi, i ragazzi irresistibili. L’associazione viene spontanea, assistendo all’ultima replica di Dove eravamo rimasti al Teatro Duse di Bologna. I due terzi del Trio che innovò la comicità televisiva italiana negli anni Ottanta, irriverenti e, appunto, irresistibili, hanno ripreso la vita artistica interrotta à metà dei Novanta e a cui la scomparsa nel 2016 della grande Anna Marchesini, opportunamente e poeticamente ricordata in questo show, ha precluso ogni possibilità di reunion dopo quella, eccezionale, del 2008.

Lopez e Solenghi hanno ricominciato in ditta a portare per l’Italia le loro gag, forti di un’ intesa quasi cinquantennale (“Lo sai che abbiamo 149 anni in due?”, ricorda Tullio. E Massimo: “Certo, tu 100 e io 49”), scherzano sull’età che avanza, sulla tecnologia di Alexa e Siri, sulla politica attuale e propongono la loro visione del mondo, allegra, disincantata, a tratti feroce. Lopez canta Frank Sinatra (My Way, Send in the Clown) con una voce migliore di tanti di quelli che si sono appena esibiti sul palco di Sanremo. E lui lo ha fatto anche davanti agli americani, nel suo Ciao Frankie. In due intonano la swingante The Lady is The Tramp con Solenghi ad impersonare il degno compare Dean Martin, l’eterno bicchiere in mano.

E’ uno show scoppiettante e continuamente interrotto, una sorta di Rumori fuori scena dai tempi comici e teatrali perfetti. Sono in due, ma si dividono in tanti personaggi, da Cappuccetto Rosso (in una versione “’politcamente corretta” della favola) a Giacomo Leopardi, a Maurizio Costanzo (in esilarante duo con Giampiero Mughini, un Solenghi da “Aborrrro” spianato sulla sedia), incarnano il presidente Sergio Mattarella e Papa Francesco, il predecessore defunto Ratzinger, in una galleria infinita di caratteri.

Sono due solisti collaudati al servizio di una comicità collettiva, che coinvolge anche la Jazz Company di accompagnamento diretta dal plurifiatista Gabriele Comeglio, colonna sonora delle loro avventure, che siano la danza delle Gemelle Kessler in Dada Umpa o i brani pop di classe del grande Frank.

All’inizio un tecnico, a sipario calato, sparge sul pubblico un vapore che “non era ghiaccio secco – avvertono i due -ma gas esilarante sperimentato dagli americani nella guerra in Iraq, così saprete perché ridete e vedrete cose che non ci sono”. E via con sketch e duetti, due eterni ragazzacci che divertono perché si divertono e a volte gli scappa pure da ridere alle loro stesse battute. Riportano persino in vita l’avanspettacolo, in una sorta di revival di Gran Varietà o Studio Uno, gli show di un tempo fra musica e gag che non avevano bisogno di battute volgari, giocati sugli equivoci e con la leggerezza di una comicità che non conosce invecchiamento

E poi il ricordo di Anna, il cui volto compare all’improvviso sullo schermo ,suscitando un applauso enorme. Molto di più di una compagna di lavoro, salutata con una bellissima poesia di Gianmaria Testa (anche lui scomparso in quei giorni) celebrando in un colpo solo due amici che non ci sono più, ma restano sempre tra noi. Senza la retorica che è spesso dietro l’angolo in momenti come questi, quasi pudicamente e semplicemente. Anna. E Gianmaria. E viene giù il teatro dagli applausi.

Al termine i due annunciano che questa è stata l’ultima replica dello show che ha imperversato in tutto lo Stivale. C’è da credere, comunque, che la premiata ditta Solenghi & Lopez, ritrovata l’intesa, continuerà ad andare avanti, portando la vita nel teatro, insegnandoci a ridere di piccole manie, facendoci sorridere delle nostre disavventure, aiutandoci in qualche modo nel cammino con un paio d’ore di divertimento.

(foto di Marco Caselli)

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