Tra le più fiammeggianti band di soul funk mai apparse sulla scena (ma con virate anche sul latino e il jazz) gli Earth Wind and Fire hanno dominato la scena degli anni Settanta e Ottanta con la loro musica eccitante e variegata, adatta alla dance come all’ascolto, per poi proseguire in una lunga e proficua carriera (90 milioni di album venduti, 4 Grammies) fino ad oggi. Purtroppo la scomparsa di Maurice White, nel 2016, li ha privati di un cantante, leader, polistrumentista, ballerino e maestro di cerimonie eccezionale, oltre che produttore accortissimo. Nel 2023 è scomparso, dopo una serie di altri lutti, anche il chitarrista e paroliere Sheldon Reynolds, ma loro vanno avanti. Con i loro costumi coloratissimi e scintillanti, ispirati all’antico Egitto, gli EWF sono sacerdoti e celebranti di una musica universale, ricca di energia e perizia sonora, capace di abbattere confini di razza e generazione, tuttora viva e apprezzabile, dagli incredibili impasti vocali e strumentali. Alcuni loro album sono indispensabili in una raccolta che si rispetti.
Gli Earth Wind & Fire nascono nella Chicago del 1969, la città degli incroci jazz dell’Art Ensemble of Chicago, patria del blues ma anche del soul. E’ Maurice White l’anima del gruppo che, nato a Memphis nel 1941, si trasferisce nella Windy City per lavorare come batterista turnista presso la Chess Records, altro orgoglio cittadino. Nel 1967 aveva sostituito Red Holt nel trio di Ramsey Lewis che abbandona due anni dopo per unirsi agli amici Wade Flemons e Don Whitehead. Come Salty Peppers incidono La La Time, brano di discreto successo nel Midwest. Il secondo singolo, Uh Huh Yeah invece non ha altrettanta fortuna e White decide di cambiare orizzonti e nome al gruppo che diventa Earth, Wind and Fire.
Terra, fuoco e vento. Perché il segno zodiacale di Maurice, sagittario, è un segno di fuoco, ma influenzato anche da elementi come la terra e l’aria. Ma è anche il nome giusto per un gruppo dalla formazione estesa che, reclutati il cantante Randy Scott e il percussionista Willard Williams, insieme al fratello minore di Maurice, Verdine White, bassista eccelso. A loro si aggiungono la chitarra di Michael Beale, il sax di Chester Washington, la tromba di Leslie Drayton e il trombonista e arrangiatore Alex Thomas, con il superstite Flemons a vibrafono, tastiere e cori. Dieci elementi che pubblicano il primo omonimo album nel 1970, ottenendo i primi consensi della critica che si ripetono l’anno dopo con The Need of Love. Il singolo I Think About Lovin’ You li fa entrare per la prima volta nella top 40 r&b. Ma l’irrequietezza di alcuni provoca il primo scioglimento.
Maurice White riforma così completamente la band, aggiungendo a sé e a Verdine, Jessica Cleaves (cori), Roland Bautista (chitarra), Ronnie Laws (flauto e sax), Larry Dunn (tastiere), Ralph Johson (percussioni) e soprattutto Philip Bailey che diventerà più di un corista. Incidono per la Warner Bros che però ha sotto contratto solo un altro gruppo funk, quello di Charles Wright e non sa come produrli. L’etichetta si affida al management di Bob Cavallo e Joe Ruffalo (Cavallo già produceva il pop folk di John Sebastian) e nasce così un sodalizio che durerà fino al 1983. Gli EWF si fanno conoscere tra il pubblico bianco affiancando Sebastian. Il presidente della CBS, Clive Davis, che li ha visti dal vivo, rimane talmente affascinato da rilevarne il contratto.
Con la CBS il gruppo registra Last Days and Time (1972) che contiene materiale originale ed una cover di Pete Seeger proposta da Bailey, Where Have All The Flowers Gone. Insieme alla loro interpretazionedi Make it With You dei Bread, i due brani allargano i loro orizzonti musicali presso la audience bianca. E ’il primo album in cui Maurice suona la kalimba elettronica, nello strumentale Power.
Il successivo album Head To The Sky (1973) vede l’abbandono di Laws e Bautista, sostituiti da Andrew Woolfolk che il vecchio compagno di scuola Bailey strappa ad una carriera da bancario anche se aveva studiato sax con Joe Henderson) e da ben due chitarristi, Johnny Graham e Al McKay. I singoli Evil (scritta da White e Bailey) e Keep Your Head To The Sky entrano ambedue nella top 30 r&b ma soprattutto nella top 60 pop. Dopo l’uscita dell’album se ne va anche Jessica Cleaves.
Il 1974 li vede pubblicare Open Your Eyes, primo album ad ottenere il disco di platino. Grazie a Mighty Mighty arrivano al numero 29 della classifica pop, mentre Devotion inizia a diffondere messaggi spirituali. Ma la grande svolta arriva nel 1975 con That’s the Way of the World, colonna sonora di un film di Sig Shore (produttore di Superfly) che racconta il lato oscuro delle case discografiche. Nel film gli EWF interpretano The Group, band emergente della scena musicale. Il personaggio interpretato da Harvey Keitel (Clive Davis?) li ascolta e decide di lanciarli. Nonostante l’insuccesso del film, la pimpante Shining Star sale al numero uno nella Billboard 100, ottiene un Grammy Award come migliore performance r&b, diventa disco d’oro e lancia definitivamente il gruppo. Così come la splendida ballad a più voci That’s the Way Of the World (il percussionista Johnson diventa anche cantante) che sarà parte integrante del repertorio a venire.
Quando l’altro fratello minore Fred White, batterista che aveva suonato con Donny Hathaway e Little Feat, si unisce alla band dotatasi di una completa sezione fiati, il gruppo parte per un tour europeo con i Santana. Al ritorno incidono Singasong, nata durante un sound check e secondo brano capace di entrare tra le prime dieci nella classifica pop e Can’t Hide Love, l’album Gratitude conquista un doppio disco di platino. Il lavoro vede l’apporto di una sezione fiati composta da Don Myrick e Louis Satterfield (conosciuti da Maurice nelle prime esibizioni di Chicago) e Michael Harris che diventa ormai parte integrante del gruppo.
Nel frattempo Maurice produce con la sua Kalimba Productions la cantante Deniece Williams (ex corista di Stevie Wonder) l’antico maestro Ramsey Lewis e il gruppo r&b The Emotions. Ma la attività con gli EWF è senza sosta. In periodo di disco music sfornano successi improntati alla dance, come Getaway dall’album Spirit (1976) che non è nemmeno opera loro. Leggenda vuole un tecnico di studio che stava registrando un brano di quel titolo con il flautista Bobby Humpries suggerì che potesse essere adatta al gruppo. Verdine White lavorò aggiungendovi un riff killer di basso, trasformandola in un hit colossale capace di scavalcare i tempi. Spirit ha gran successo e mostra una band matura dal punto di vista compositivo ma, subito dopo aver contribuito agli arrangiamenti, Charles Stepney muore per un attacco cardiaco a soli 45 anni.
E’ il periodo in cui i concerti live vengono arricchiti scenograficamente, con fuochi d’artificio (letterali), effetti laser, piramidi volanti e chitarristi che levitavano nell’aria. Il lavoro dell’illusionista Doug Henning nella regia dei tour contribuisce ad avvalorare l’impressione che si tratti di gente venuta dallo spazio, come una versione più pop della Sun Ra Arkestra. Nel 1977 pubblicano All’n’All, premiato con il doppio disco di platino che ha una copertina piena di simbologie mistiche e contiene canzoni piene di temi metafisici (Jupiter, la gettonatissima Fantasy e Be Ever Wonderful), mentre la band conquista sempre più pubblico grazie alle fantasmagoriche esibizioni live. In una di queste, il gruppo ascende verso una piramide, sparendo progressivamente agli occhi degli spettatori.
Trucchi di scena che però non inficiano la qualità della musica, sempre di altissimo livello. Nel 1978 Earth Wind & Fire conquistano il terzo Grammy con la loro versione di Got To Get You Into My Life dei Beatles (che sembra scritta per loro), dalla colonna sonora del film Sgt Pepper’s prodotto da Robert Stigwood, insieme a gente come Bee Gees, Peter Frampton e Billy Preston. Il traino della pellicola li porta al triplo disco di platino e nella top delle band più richieste dal vivo. Nello stesso anno Cavallo e Ruffalo creano a Los Angeles lo studio di registrazione The Complex. E il 1978 si conclude con l’enorme successo di September, tuttora ballatissima in discoteca, inedito di un best che conquista invariabilmente il doppio platino.
Nel frattempo anche Bailey è diventato produttore, per la Dazz Band e il loro primo album Kinsman Dazz. Curerà anche il secondo, Dazz, così come gli arrangiamenti vocali. Tutti vogliono la band che nel 1979 va in tour in Europa e Giappone e a metà dell’anno scala ancora le classifiche con l’esplosiva Boogie Wonderland arricchita vocalmente dalle Emotions, definita da Verdine White “la canzone che chiude degnamente l’era della disco music”. Come fai a restare fermo?
Si consolida la sezione fiati con Don Myrick al sax, Louis Satterfield al trombone, Mike Rahmlee Davis (poi con la Sun Ra Arkestra) e Michael Harris alle trombe. Battezzata Phoenix Horns, verrà tutilizzata da Maurice White nei suoi progetti paralleli con la Williams, Lewis e The Emotions. Anche Phil Collins viene attratto dal suono Earth Wind & Fire e loro collaboreranno a canzoni dei Genesis come No Reply at All e Paperlate e agli hit da solista I Missed Again e Sussudio, che fa veramente sussultare l’ascoltatore oltre a suscitare movimenti tellurici di danza.
L’album del 1980, Faces, è doppio e variegato con la lunga suite omonima di tipo jazz-rock. Caleidoscopico, è un campionario delle tante anime sonore del gruppo che si è avvicinato anche alla musica latina e, ovviamente, alle radici africane. Il chitarrista McKay lascia e ritorna Bautista che imprime un suono leggermente più rock. Let Me Talk, In Time e Pride ribadiscono il torrido funk espresso dalla band. Powerlight (1983) conquista ancora il disco d’oro anche se Fall in Love With Me e Side By Side non hanno la potenza delle hit precedenti. Con Dance, Dance, Dance gli Earth Wind & Fire partecipano alla colonna sonora del film di animazione Rock & Rule.
Electric Universe, uscito alla fine dello stesso anno è molto basato sull’elettronica. Magnetic è un buon pezzo, ma le vendite stavolta sono deludenti e Maurice White scioglie il gruppo, come aveva fatto decenni prima, attribuendo la mancanza di successo alla pubblicazione ravvicinata con Powerlight.
Per i successivi quattro anni non usciranno album a nome Earth Wind & Fire. Durante la pausa, Bailey ottiene gran successo con il suo secondo album solista, Chinese Walls in cui duetta con Phil Collins in Easy Lover. L’album conquista il disco d’oro e il video della canzone va al numero 1 della classifica di MTV che nel frattempo comincia ad essere un termometro di popolarità. Verdine White nel frattempo scrive e dirige video musicali e produce gruppi go-go come Trouble Funk ed E.U.
E’la CBS a convincere Bailey e Maurice della necessità di una reunion, nel 1987. System of Survival, funk ed elettronica insieme, è la canzone del grande ritorno che va al numero 1 nella top r&b di Billboard. Al gruppo si aggiunge un nuovo chitarrista, Sheldon Reynolds e l’album Touch The World è nuovamente doppio platino. Thinking of You diventa un’altra delle numerose hit della band che ha recuperato tutte le posizioni perdute
L’ultimo album con la Columbia è Heritage (1990). Nel 1993 esce per la Warner Millennium e vi collaborano Burt Bacharach e Prince. Ma lutti e disgrazie attendono purtroppo il gruppo. Il 30 luglio dello stesso anno Don Myrick viene ucciso per un tragico errore di persona da un poliziotto di LA, il 13 ottobre Wade Flemons, tra i primi membri del gruppo muore a Battle Creek, Michigan. Nel 1998 Maurice White annuncia di essere affetto dal morbo di Parkinson. Tre anni prima aveva partecipato con tutti i membri originali del gruppo alla cerimonia della stella sulla Hollywood Walk of Fame, attribuendo nell’occasione il successo della band all’affetto dei fans negli anni. Da allora non parteciperà più ai concerti per dedicarsi all’attività di produzione e ai dischi degli EWF.
Il primo disco senza di lui, In the Name of Love esce nel 1997. Non mancano le manifestazioni di simpatia e i tributi per il gruppo, anche in Italia. Nel 1996 Elio e Le Storie Tese citano in T.V.U.M.D.B. la loro musica e lo stesso Maurice, chiamandolo Bianco, come era solito fare Alex Baroni.
Nel 1997 la band suona ad un pranzo ufficiale alla Casa Bianca di Washington, chiamati da Bill Clinton solo una settimana prima per un ricevimento in onore di Mohammed VI, re del Marocco. Nel 2000 entrano nella Rock and Roll Hall of Fame e nel 2003 nella Vocal Group Hall of Fame. Maurice pubblica per la sua etichetta personale, la Kalimba Records, due nuovi album del gruppo: Live in Rio (2002, relativo ad un concerto del 1980) e The Promise (2003), sei anni dopo l’ultimo lavoro in studio. Contiene brani dalle classiche sonorità Earth Wind & Fire, come All In the Way, Betcha’ e She Waits (basata sulla kalimba) e due inediti dei tempi di I Am, Where Do We Go From Here e Dirty
Nel 2004 firmano con la Sanctuary, etichetta di Matthew Knowles, padre e manager di Beyoncé. Il ventitreesimo album, Illumination, esce nel 2005 e contiene il singolo Show Me The Way con la partecipazione di Raphael Saadiq. Il 18 settembre di quell’anno suonano l’inossidabile September insieme ai Black Eyed Peas nello show dell’Emmy Award e pochi giorni dopo, il 27, scompare il trombonista Louis Satterfield. Tra il 2003 e il 2005 gli Earth Wind & Fire si sono esibiti con enorme successo insieme al gruppo concittadino dei Chicago, scambiandosi i brani. La loro versione di If You Leave Me Now piace tanto a Peter Cetera e soci che la inseriscono nella loro compilation Love Songs.
Il 10 settembre 2013, a otto anni dall’ultimo disco di inediti, tornano con Now, Then and Forever, doppio cd con 17 canzoni che include un duetto con Mario Biondi in After The Love is Gone. Nel 2016 muore anche Maurice White, in cabina di regia finché la salute glielo ha consentito, ma la storia del gruppo continua.
Effervescenti e potenti, maestri di gran tecnica ma anche di feeling, gli Earth Wind & Fire sono forse la più grande band della storia della black-music. Hanno portato ad un successo senza precedenti un mix di stili perfezionato unendo sonorità tipicamente afroamericane alla musica di altri continenti, in un linguaggio universale che ancora oggi unisce razze e generazioni. Così come dovrebbe essere. Now, Then and Forever.
ascolti
- That’s the Way of The World (1975)
- Gratitude (live, 1975)
- Spirit (1976)
- All’n’All (1977)
- Faces (1980)
- Now, Then and Forever (2013)
visioni
- That’s the Way of The World, film di Sig Shore, 1975
- Sgt Pepper’s Lonely Heart Club Band, film di Michael Schultz, 1978
- Rock and Rule, film d’animazione di Clive Smith, 1983
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