100 Dischi da ascoltare prima di morire

Prima che sia tardi, almeno una volta. Selezione di Paolo Redaelli.

1987

U2

The Joshua Tree

Prima della vergognosa decadenza odierna, un album magnifico con quattro anime impegnate nel produrre grande musica tra ragione e sentimento, orgoglio e pregiudizio. Oggi mi risultano antipatici anche in fotografia.

1982

Joni Mitchell

Wild Things Run Fast

La signora del Canyon in delizioso equilibrio tra jazz e pop in un album elegante e frammentario. Si va da Buddy Holly a Wayne Shorter, passando per James Taylor e Leonard Cohen, ospiti reali ed immaginari di un disco assolutamente riuscito.

1977

Manhattan Transfer

Extensions

Suprema espressione del vocalese coltivato da quattro singer eccezionali, pescando gemme tra Weather Report e Tom Waits, sigle tv e cinema, paradisi tropicali e giungla urbana. Ai confini della realtà.

1987

Prince

Sign’ O The Times

Coordinate musicali tra James Brown e Jimi Hendrix, Sly Stone e Miles Davis. Il folletto di Minneapolis libera tutta la sua creatività in un doppio album ricco di influenze che codifica il suono più cosmopolita ed eccitante degli anni Ottanta

1977

Weather Report

Heavy Weather

Con il divin bassista Jaco Pastorius sempre più protagonista, Joe Zawinul e Wayne Shorter si spostano sempre più dal jazz rock originario verso una world music scattante e raffinata. Tre mostri di tecnica al servizio di un suono meraviglioso, mai più eguagliato.

1979

Tubes

Remote Control

La televisione raccontata dai Tubi (catodici) di Fee Waldo Waybill, esperti in parodie di sapore zappiano. Il folle potere che il (tele)comando ha su di noi in un album concept assolutamente da riscoprire, pazzo e saggio, ricco di musica eccitante.

1987

John Hiatt

Bring the Family

La voce nasale, romantica e potente di John Hiatt, uno dei grandi misconosciuti. Con un piccolo aiuto da parte dell’amico Ry Cooder, un suono unico ed evocativo tra radici folk, blues, schitarrate rock ben assestante e soprattutto grandi canzoni

1980

Talking Heads

Remain in Light

Guidati dalla tromba ronzante di Jon Hassell, le Teste Parlanti si addentrano nella giungla del beat africano, selva di ritmo e percussioni, chitarre abrasive e nenie indimenticabili. C’è lo zampino di Eno e si sente. Irrinunciabile, almeno una volta nella vita. Ma anche di più.

1978

Ultravox

System of Romance

La scoperta del mondo nuovo della new wave. Elettronica e voci meccaniche, ma anche ritmo e anima. Quando tutti noi pensavamo che il futuro sarebbero stati solo synth e drum machines.

1977

David Bowie

Heroes

Insieme a Brian Eno e Robert Fripp, a Berlino, il Duca Bianco inventa gli anni Ottanta con tre di anticipo. Pop elegante, elettronica e sintetizzatori, atmosfere cupe e momenti di lirca bellezza per tracciare una strada che saranno in molti a seguire.

1991

Pearl Jam

Ten

Album da ascoltare soprattutto in viaggio, per assecondarne la spinta il movimento. All’esordio Vedder e soci esprimono urgenza ed energia grunge, muscoli e dolcezze, in un suono coeso e potente che difficilmente ritroveranno nei dischi seguenti

1985

Working Week

Working Nights

Acid jazz ante litteram in un doppio disco ricco di soul, swing e pure jazz poetry. Dagli anni Ottanta a oggi, non fa una piega. Assolutamente impermeabile al tempo che scorre e sempre affascinante.

1967

Jefferson Airplane

Surrealistic Pillow

Un cuscino surrealista su cui appoggiare sogni hippy di pace e amore libero, ma anche visioni lisergiche e acide ironie, le armonie uniche di tre voci. Sotto lo sguardo benevolo del Coniglio Bianco, mentre Alice è alta nel cielo.

1974

Eagles

On the Border

Non sono le aquile da superclassifica, c’è ancora Bernie Leadon in un album bello e frammentario che fonde country, tributa Tom Waits (allora sconosciuto) e James Dean, contiene ballate superbe e scorrerie da desperados.

1992

Black Crowes

The Southern Harmony and Musical Companion

Un po’ come gli Allman filtrati dai Led Zeppelin e dal punk. Chris Robinson e compagnia sfornano un album di gospel-rock genuino e sincero, affilando le chitarre e attingendo sia alla black music che all’hard rock. Potente e senza cedimenti.