Come talvolta accade, una canzone sentita in tv riporta alla memoria un grande come Bobby “Blue” Bland”. Il brano è Ain’t No Love in The Heart of The City dalla serie tv Beforeigners ed è la sua voce carica di pathos disegnare paesaggi di solitudine urbana in una Oslo futuribile.
Con una carriera lunga quasi cinquant’anni, Bobby Blue Bland rappresenta l’anello di congiunzione tra blues, soul e rock and roll e infatti questo brano nel 1977 divenne anche il primo successo del gruppo hard rock Whitesnake.
Artista molto influente, Bobby Blue Bland era dotato di una vocalità personalissima, capace di transitare con indifferenza dal blues alla melodia pura, assumendo coloriture inimitabili, alternando velluto e caratteristici grugniti. Può essere considerato il creatore del soul blues. Ha ispirato una lunga serie di artisti, tra cui Mick Hucknall dei Simply Red e Paddy McAloon dei Prefab Sprout. Uno dei suoi brani più famosi, Turn On Your Love Light, è diventato uno standard interpretato da gente come Van Morrison e Grateful Dead.
Nato Robert Calvin Brooks a Barretville (Tennessee) il 27 gennaio 1930, non conobbe mai il padre che aveva abbandonato la famiglia poco dopo la sua nascita. Prese il cognome dal patrigno Leroy Bridgeforth che era chiamato anche Leroy Bland. Lasciò la scuola presto, per lavorare come tanti nei campi di cotone, senza mai diplomarsi.
Nel 1947 si trasferì con la madre a Memphis dove cominciò a cantare in gruppi gospel locali come The Miniatures e a frequentare Beale Street insieme ad un pacchetto di aspiranti musicisti come BB King, Rosco Gordon, Junior Parker e Johnny Ace che si facevano chiamare Beale Streeters.
Fu Ike Turner, talent scout oltre che musicista, a notarlo nel 1951 facendolo registrare per la Modern Records in casa del bassista jazz Richard “Tuff” Gordon. Siccome Bland era analfabeta, incisero l’unica canzone che conosceva, They Call It Stormy Monday di T-Bone Walker. Anche se queste registrazioni non vennero mai pubblicate, il brano sarebbe diventato un hit dieci anni dopo.
Turner suonò il piano nei primi due dischi, che uscirono con il nome di Robert Bland e non furono grandi successi ma conquistarono l’attenzione della Duke Records.
Tornato dal servizio militare, trovò che a Memphis i vecchi amici come Johnny Ace avevano avuto successo. Bland ottenne un contratto dal nuovo proprietario della Duke, Don Robey che si approfittò un poco del suo analfabetismo, facendogli firmare una royalty di un cent a disco contro gli abituali due. Realizzò il suo primo singolo nel 1955 e cominciò a girare con Junior Parker nel Chitlin’ Circuit che accoglieva gli artisti afroamericani durante la segregazione. A differenza di molti musicisti blues, non suonava alcun strumento, ma cominciò a sviluppare il suo stile vocale unico di blues melodico.
Il primo successo arrivò nel 1957 con Farther Up The Road che andò al numero 1 nelle classifiche r&b e fu seguito da una serie di altri hit come Little Boy Blue nel 1958, anno in cui registrò un album con Junior Parker, Blues Consolidated. Nel 1961 ottenne un altro numero 1 r&b con I Pity The Fool e Turn On Your Lovelight divenne uno standard per molte bands, così come la sua versione di They Call It Stormy Monday.
That’s the Way Love Is fu il suo ultimo brano a raggiungere il numero 1, nel 1963, ma Bland continuò a produrre un consistente numero di hit da classifica come Ain’t Nothing You Can Do che arrivò al numero 20 nelle pop charts del 1964, proprio nella settimana in cui irrompevano i Beatles. Bobby Bland fu essenzialmente un artista da classifica r&b, arrivando ad avere fino a 23 hit, ma il suo contributo al soul blues a venire è fondamentale.
Mentre altre stelle nascevano, nel 1968 fu costretto a sciogliere la band per problemi finanziari e cadde in depressione, cominciando come tanti a sviluppare una dipendenza da alcool. Nel 1974 era però completamente ripulito e pronto ad iniziare una nuova fase della sua lunga carriera. La Duke era stata nel frattempo assorbita dalla ABC per la quale registrò dischi di successo popolare e acclamati dalla critica come His California Album e Dreamer, arrangiati da Michael Omartian e prodotti da Steve Barri. Come il successivo Reflections in Blue (1977) furono incisi a Los Angeles con i migliori session men in circolazione.
This Time I’m Gone for Good, il primo singolo da His California Album, riportò Bland nella top 50 mentre Aint’No Love in The Heart of The City, il pezzo che apriva Dreamer divenne una hit r&b e fu ripreso nel 1978 dai Whitesnake con la voce di David Coverdale. Più tardi sarebbe stato campionato anche da Kanye West nell’album hip-hop di Jay Z, The Blueprint (2001). Il brano, ricco di tensione drammatica, è stato utilizzato anche nella colonna sonora di The Lincoln Lawyer, film con Matthew McConaughey del 2011 oltre che nella serie tv Beforeigners.
Anche il successivo I Wouldn’t Treat a Dog fu un successo r&b nel 1974 e raggiunse il numero 3, ma come al solito non fece breccia nella classifica pop, dove si fissò solo al numero 88. I susseguenti tentativi di aggiungere un sapore disco alla sua musica, attraverso una strada percorsa con successo da artisti come Marvin Gaye, non ottennero grandi risultati. Il ritorno alle radici nel 1980 con Sweet Vibrations, album tributo al suo mentore Joe Scott, non andò oltre la sua base tradizionale di fans.
Nel 1985 Bland firmò con la Malaco Records, etichetta specializzata in southern black music tradizionale, incidendo una serie di album mentre continuava a girare in tour insieme all’amico B.B. King, con il quale aveva collaborato a due dischi negli anni Settanta. Il suo ultimo vero successo, Members Only è del 1985, poi continuò ad esibirsi in blues e soul festival portando dovunque la sua voce straordinaria e gli hits di un passato glorioso, fino a pochi anni prima della morte, avvenuta il 23 giugno 2013 nella sua casa di Germantown, Tennessee, a ottantatré anni.
E’ sepolto al Memorial Park Cemetery di Memphis e il figlio Rodd, anche lui musicista, ha solo allora rivelato che Bobby era fratellastro del bluesman James Cotton.
Bobby Bland ha avuto una vita artistica molto più lunga di colleghi famosi e la sua influenza su altri musicisti è stata enorme. Van Morrison che interpretò Turn Your Love Light con i Them e più tardi Ain’t Nothing You Can Do nel suo album live del ‘74 It’s Too Late To Stop Now, ebbe la fortuna di averlo come ospite in alcuni concerti. Nel 2007 sull’antologia The Best of Van Morrison volume 3 è stato pubblicato un suo duetto con Bland in Tupelo Honey registrato nel 2000.
Eric Clapton ha reso al meglio Further On Up the Road che è inclusa anche nel triplo album The Last Waltz, in un infuocato duello chitarristico con Robbie Robertson di The Band.
Nel 2008 Mick Hucknall realizzò il suo primo album solo intitolandolo Tribute To Bobby come un omaggio appassionato al modo di cantare che lo aveva ispirato.
Bobby Bland è stato accolto nel 1992 nella Rock and Roll Hall of Fame, a testimonianza della sua grande importanza nello sviluppo del genere.
Conosciuto come “Il Sinatra Nero” per le sue capacità melodiche (ma è una definizione riduttiva, si ispirava piuttosto a Nat King Cole) Bobby Bland ha dato un enorme contributo allo sviluppo del soul blues ed ha avuto anche la fortuna di cantare a lungo, diversamente da colleghi celebrati come Sam Cooke, Otis Redding e Marvin Gaye. Un artista che ha lasciato un segno importante nella musica, anche se forse non è mai stato riconosciuto come meritava.
ascolti
- Blues Consolidated (1958)
- Ain’t Nothing You Can Do (1964)
- The Soul of The Man (1966)
- Dreamer (1974)
- Members Only (1985)
parole
- Charles Farley – The Soul of the Man: Bobby “Blue” Bland