Sulle tracce di Dino Campana, nella Foresta Casentinese, in una notte stellata. Ci guidano in questa escursione Giancarlo Dini, gestore di teatri, organizzatore culturale e autore di racconti, appassionato di poesia e Davide Prati che con Trekkabbestia porta sulle montagne dell’appennino tosco-romagnolo volonterosi gitanti in cerca di cultura, storia e tradizioni del territorio che calpestano.
Dino Campana, poeta celebrato dopo la sua morte ma pochissimo in vita, andò a piedi in uno dei suoi vagabondaggi esistenziali dalla natia (e matrigna) Marradi fino al santuario francescano della Verna, passando sotto queste faggete e abetaie altissime. Era nato il 20 agosto 1885 e proprio alle soglie del suo 138° compleanno (lui morì di setticemia a neanche 47 anni, il 1 marzo 1932, per una ferita non curata in manicomio a Scandicci) si è compiuto questo pellegrinaggio simbolico sulle orme dell’autore dei Canti Orfici.
Come ha raccontato Dini lungo il percorso tra Campigna e la Falterona (ci si fermava ad ammirare il paesaggio e ad ascoltare) l’irrequieto Campana, girò spesso a piedi l’Italia e si spinse perfino in Uruguay, a Montevideo, dove non era necessario il passaporto, negato a chi era stato in manicomio. Pazzo per la letteratura, che comunque lo salvò quando era forzatamente rinchiuso (come Alda Merini, ci è venuto subito in mente), ritenuto pazzo dalla sua comunità, giacché sia il padre che lo zio ebbero problemi psichiatrici, si rifugiava nei libri e nella contemplazione delle bellezze naturali.
Nella narrazione itinerante di Giancarlo, la storia tormentata di Campana e del suo folle amore per Sibilla Aleramo, poetessa e disinvolta compagna di poeti (poco simpaticamente definita da Giuseppe Prezzolini “lavabo sessuale della letteratura italiana”) si intreccia con altre storie appenniniche. Come quella del Mantellini, altro tipo solitario con fama di mentecatto, ritenuto addirittura nella fantasia popolare donatore di anima al diavolo, in cambio di vendetta contro il paese di Celle che lo aveva emarginato. E che in effetti fu distrutto da un rogo.
Il fantasma di Mantellini, secondo il mito popolare, appariva spesso da queste parti, nella foresta di cui era il padrone e si narra si nutrisse con rospi e funghi invece che con pane e pancetta. Ma più probabilmente si trattava di spirito libero e irriducibile, trasformato in spirito tout court dalle dicerie. Dini e Prati raccontano anche dei 36 garibaldini che da Santa Sofia andarono a combattere i francesi a Mentana e, catturati, e stupirono il generale nemico (“ma che grande città e questa!”) che poi non la trovava sulla cartina geografica. Tornarono tutti sani e salvi, anzi in 37, visto che a loro si unì un trentino che si era trovato bene, era rimasto solo e fece del borgo appenninico diviso a metà tra Stato Pontificio e Granducato di Toscana la sua patria di adozione.
Ma è Dino Campana il protagonista assoluto di questo trekking letterario. Lo seguiamo nei suoi tanti dolori e nelle sue poche gioie. I futuristi Giovanni Papini e Ardengo Soffici che lui ammirava si prendono gioco di lui promettendogli di editare i Canti Orfici, cosa che non faranno mai (bastardi) e lui pubblicherà il suo unico libro, oggi ritenuto caposaldo della letteratura italiana del Novecento, a proprie spese. Per farlo dovrà fare appello alla sua memoria, perché i futuristi si perdono l’unico manoscritto. Anche l’amore con Sibilla finisce miseramente e a lui, reso ulteriormente pazzo dal rifiuto, non resta che il manicomio dove morirà ancora giovane.
Però, come succede ai grandi artisti, la sua opera lo consegna all’immortalità. E così nella degna conclusione del trekking ai magnifici Prati della Burraia, sotto un cielo stellato, Giancarlo legge l’ultima poesia dedicata all’amore perduto, suscitando emozioni e commozione per questo poeta folle e disperato, capace di slanci lirici e feroce ironia, tradito dalla vita e dalla madre (che gli preferì, sempre, il fratello Manlio), la cui esistenza randagia ha ispirato libri meravigliosi (La notte della cometa di Sebastiano Vassalli), film, lavori teatrali, canzoni.
emozioni
- Quicksilver Messenger Service – Calvary (1969)
- Paul Kantner – Have You Seen The Stars Tonight? (1970)
- David Crosby – Laughing (1971)
ascolti
- Massimo Bubola – Dino Campana (1997)
- Bandabardò – Ubriaco canta amore (1998)
- Roberto Vecchioni – Canzone per Alda Merini (1999)
- Mercanti di Liquore e Marco Paolini – E la notte mi par bella (2004)
- Massimiliano Larocca – Un mistero di sogni avverati (2016)
- Caparezza – Fugadà (2021)
parole
- Dino Campana, Canti Orfici (1914)
- Laura Pariani, Questo viaggio chiamavamo amore (Einaudi,
- Sebastiano Vassalli – La notte della cometa (Einaudi,
visioni
- Il più lungo giorno, film di Roberto Riviello (1997)
- Un viaggio chiamato amore, film di Michele Placido (2002)
- La scomparsa, film di Maria Luisa Carretto (2016)