Gordon Lightfoot: il cantautore canadese dal folk venato di jazz, amato da Bob Dylan e Neil Young

Se ne va anche Gordon Lightfoot, cantautore proveniente da quel Canada che ci ha dato gente come Joni Mitchell, Neil Young, Leonard Cohen, Bruce Cockburn, i “bandisti” Rick Danko, Garth Hudson, Robbie Robertson e Richard Manuel, Alanis Morrissette e tante altre voci. Restano, per fortuna, le sue canzoni di cristallina grazia folk talvolta venata di jazz, raffinate ed incisive. Poco noto al grande pubblico, soprattutto in Italia, mentre in America era secondo solo all’amico Bob Dylan, Lightfoot vanta una lunga carriera, con una ventina di album all’attivo dal 1966 al 2020. Mai figura di primo piano, pur essendo stato la prima star del folk canadese, era apprezzatissimo da colleghi illustri come Elvis Presley, Johnny Cash e Dylan.

Nato a Orillia (Ontario) il 17 novembre 1938, già da bambino cantava nel coro locale. Fu il direttore Ray Williams ad insegnargli a cantare con emozione ed a prendere confidenza con la propria voce. A dodici anni debuttò alla Massey Hall di Toronto dopo aver vinto un concorso fra teenager. Imparò presto a suonare pianoforte, batteria e percussioni, avvicinandosi alla chitarra solo più tardi quando iniziò come cantautore, molto influenzato dallo statunitense Stephen Foster (1826-1864), considerato il padre della musica americana.

A vent’anni, nel 1958 se ne va in California per studiare composizione jazz e orchestrazione all’ Hollywood’s Westlake College of Music. Per mantenersi partecipa alla registrazione di demo e jingles pubblicitari, ma conosce anche il folk di Pete Seeger, Bob Gibson, Ian e Sylvia Tyson e The Weavers da cui rimane influenzato. Tornato in Canada nel 1960, comincia a farsi un nome nei circuiti folk delle coffee houses con vari gruppi. Nel 1962 incide due singoli che diventano hit nazionali grazie alla programmazione in radio, (Remember Me) I’m the One e Negotiations e l’album live Two-Tones at the Village Corner con Terry Wheelan. Un anno dopo va in Inghilterra per lavorare nel programma della BBC Country and Western Show e nel 1964 torna in Canada per partecipare al Mariposa Folk Festival in una delle sue prime apparizioni da cantautore.

Ian e Sylvia incidono le sue Early Morning Rain (poi ripresa da Bob Dylan in Self Portrait del 1970) e For Lovin’Me che verranno registrate poi anche da Peter Paul and Mary, Judy Collins, Kingston Trio. Inizia a diventare famoso scrivendo per altri, ma esibendosi anche con Phil Ochs e Terry Whelan.

Nel 1965 firma un contratto con Albert Grossman, lo stesso manager di Dylan e contemporaneamente con l’United Artists: il primo singolo è I’m Not Saying. Diventa popolare però con un brano scritto da Bob, Just Like Tom Thumb Blues.

In questo periodo partecipa anche al Newport Folk Festival e si esibisce alla Town Hall di New York e in tv al Tonight Show. Nel 1966 esce il suo album di debutto, Lightfoot che lo rende popolare nell’ambiente folk. Ci sono Early Morning Rain e For Lovin’Me, ma anche brani che diventeranno pezzi forti del repertorio come Steel Rail Blues e Ribbon of Darkness.

Fra il 1966 e il 1969 registra altri quattro album per la UA: The Way I Feel (1967), Did She Mention My Name? e Back on Earth (1968) e il live Sunday Concert (1969). In quegli anni diverse canzoni raggiungono le top 40 canadesi: Go-Go Round, Spin, Spin e la splendidaThe Way I Feel con i suoi arpeggi di chitarra e la voce vibrante. Si esibisce anche in Europa ed Australia, con buoni riscontri.

Il vero successo arriva negli anni Settanta con un brano come If You Could Read My Mind (1970, incisa anche da Presley e Cash) contenuta in un album originariamente intitolato Sit Down Young Stranger che passa quasi inosservato. Ma, ribattezzato con lo stesso titolo della popolarissima canzone, il disco arriva al quinto posto in classifica e segna una svolta nella carriera di Lightfoot. Comprendeva anche nuove versioni di Me and Bobby McGee, The Pony Man, Your Love’s Return e The Minstrel of The Dawn.

Nel 1974 la crepuscolare Sundown conquista il primo posto nella Billboard Hot 100. Nel 1976 compone The Wreck of The Edmund Fitzgerald (ripresa recentemente anche dai Dandy Warhols) sul naufragio improvviso della nave, uno dei più grandi disastri avvenuti sui Grandi Laghi che provocò 29 vittime.

Brani di Lightfoot sono stati interpretati da artisti come Jerry Lee Lewis, Harry Belafonte, Judy Collins, Barbara Streisand, Richie Havens, Scott Walker, Sandy Denny con i Fotheringay e, in tempi più recenti, da Sarah McLachlan e John Mellencamp.

Secondo Robbie Robertson è uno dei maggiori cantautori canadesi, va considerato patrimonio nazionale. E Bob Dylan: “Non c’è una sua canzone che non mi piaccia. Ogni volta che mi capita d’ascoltarne una vorrei che andasse avanti all’infinito”.

Nel 1985 Gordon Lighfoot ha fatto parte del supergruppo canadese Northern Lights, con artisti come Joni Mitchell, Neil Young, Bryan Adams e Bruce Cockburn che incise il singolo Tears Are Not Enough in favore delle popolazioni dell’Etiopia. Tre anni dopo nel 1988, è stato tra i musicisti che si esibirono all’apertura delle Olimpiadi Invernali di Calgary.

La sua già non enorme popolarità è andata calando negli anni, ma la considerazione da parte di altri cantautori è rimasta altissima. Neil Young nell’album di cover del 2014 A Letter Home ha incluso con devozione ben due suoi brani, non potevano essere che Early Morning Rain e If You Could Read My Mind.

Il suo ultimo disco risale al 2020, dopo una lunga pausa che durava dal 2004, mentre nel 2005 aveva partecipato al Live 8 a Barrie davanti a 35 mila spettatori in un cartellone insieme a Young, Adams, Cockburn, Jet, Deep Purple. Jann Arden e altri musicisti.

Sposato tre volte, dal 2014 con Kim Hasse fino alla morte avvenuta il 1 maggio 2023, padre di sei figli, era praticamente sparito dalle scene da anni per problemi di salute.

La sua importanza nel mondo della musica americana, anche se ben lontana dai riflettori, è notevolissima e le sue canzoni rimangono, come sempre, a testimoniare l’opera di un artista sincero e dallo stile unico, capace di suscitare emozioni.

“Semplicemente, scrivo canzoni su dove sono e da dove vengo,” ha detto una volta. “Prendo le situazioni e ci scrivo sopra poesie”.

ascolti

  • The Way I Feel (1967)
  • If You Could Read My Mind (1970)
  • Sundown (1974)
  • Endless Wire (1978)
  • Harmony (2004)

visioni

  • Gordon Lightfoot: If You Could Read My Mind (2019)

parole

  • Dave Bidini – Writing Gordon Lightfoot (2011)

Ti potrebbe interessare