Florence Welch, una macchina di emozioni in bilico tra ansia e beatitudine

Più che cercare di definire Florence + The Machine, bisognerebbe andare a vedere un concerto di Flo e i suoi. Sono concentrati di energia, ritmo, bellezza sonora: tempesta e assalto di pop e musica celtica, gorgheggi da mezzosoprano e folk rock, elettronica dosata e spettacolare.

Florence Welch canta, salta e danza da un lato all’altro del lunghissimo palco, pervasa da scariche di dinamismo che spesso si trasformano in pura magia. In lei convivono spirito hippie (peace and love) e power pop, saggezza antica e irriverenza moderna, irruenza rock e delicatezza folk.

Accomunata spesso a Kate Bush per l’amore verso mimica e coreografia, PJ Harvey o Bjork, lei si dichiara ispirata soprattutto da Grace Slick ed è oggi artista matura e consapevole, capace di mischiare i generi con entusiasmo e sapienza, dotata di un’ estensione vocale insolita per tre ottave e tre note.

Già il nome del gruppo dà l’idea del collettivo, rimandando direttamente a quei Sessanta dove l’alchimia tra i componenti era fondamentale. Florence è la star sotto i riflettori, ma sarebbe ben poco senza una band affiatata e straordinaria dove spiccano l’arpista Tom Monger e la polistrumentista Isabella Summers (è lei The Machine), amica d’infanzia trasformatasi in compagna di avventure sonore e al suo fianco fin dagli stentati inizi, violini, percussioni e archi.

Prima di diventare un fenomeno musicale, infatti Florence (Londra, 28 agosto 1986) ha fatto la sua bella gavetta. La madre professoressa di storia che l’ha chiamata così in omaggio alla città di Michelangelo e Leonardo le ha trasmesso amore per la cultura rinascimentale, ispiratrice dei suoi testi. Il padre quello per rock ,blues, grunge ed elettronica.

Ma lei ha iniziato con una band alternativa hip hop/blues chiamata Ashok. Incise un solo disco che conteneva il brano Happy Slapp, poi tramutato in Kiss with a Fist, primo singolo dal disco d’esordio di FT+M, Lungs. “Mi sono sentita nella band sbagliata al momento sbagliato”, dichiarò prima di abbandonare il progetto. Andò un po’ meglio con il pop punk del duo Team Perfect, ma non troppo.

«Il nome Florence and the Machine ebbe origine da uno scherzo fra di noi. Componevo musica con la mia amica, chiamata Isabella Machine, per la quale io ero “Florence Robot”. Un’ora prima del mio primo concerto, ancora non avevo un nome, così ho pensato “Va bene, sarò Florence Robot/Isa Machine”, prima di rendermi conto che quel nome era troppo lungo. Così l’abbiamo accorciato»

Il successo, improvviso e roboante, arriva con Lungs, pubblicato nel 2009. L’album va al primo posto in inghilterra grazie ad un singolo potente come Dog Days Are Over. Rythm and blues da terzo millennio, beat spinto e la voce di lei che si destreggia tra soul e lirica fanno impazzire critica e pubblico, così come in You’Ve Got The Love. Dall’album saranno tratte hit come la tambureggiante Drumming Song, l’accorata Rabbit Heart (dedicata all’ex fidanzato) e soprattutto Cosmic Love, precisa dichiarazione programmatica. Tutti pezzi forti del suo attuale repertorio.

Ci vogliono due anni per il successivo. Ceremonials, secondo i produttori doveva essere registrato a Los Angeles e invece Florence preferisce la natia Londra. Vuole che l’album sia più complesso di Lungs e contenga più batteria e basso. Ha ragione e con questa svolta torna nuovamente al numero uno in Gran Bretagna. Nel disco ci sono altri brani come What The Water Gave Me, Shake it Out e Spectrum che si presta ad una versione remixata dal dj Calvin Harris. Nel frattempo Florence omaggia il padre del rock’n’roll Buddy Holly nell’album tributo Rave On con Not Fade Away. E sale sul palco della O2 Arena a Londra con i Rolling Stones per cantare Gimme Shelter. Sul palco di Glastonbury tributa gli amati Fleetwood Mac con una versione lirica e potente di The Chain

Il terzo album arriva solo nel 2015 perché Florence, artista intelligente, si prende i suoi tempi. How Big, How Blue, How Beautiful è ancora molto autobiografico, parla delle sue disavventure sentimentali in brani come What Kind of Man e Ship To Wreck, è molto curato strumentalmente. La band sfonda anche dal vivo, in festival importanti come Way Out, Werchter e Glastonbury, trascinando il pubblico in set eccitanti e magici. Nel 2016 l’omaggio rituale a un grande del passato è a Ben E.King con una splendida versione di Stand By Me.

Preceduto nel’aprile del 2018 dal singolo Sky Full of Song, ecco nel 2018 il quarto album High as Hope, che contiene Hunger . Intanto Florence è diventata una star di proporzioni mondiali, con tour in Nord America e Oceania, conquistando ovunque con la sua potenza sonora, il suo magnetismo e la semplicità con cui presenta al pubblico la sua arte. Il rapporto con la audience è stretto, sincero, lontano dal cliché della rockstar e questa autenticità è una delle caratteristiche principali della Welch che sul palco non si risparmia affatto, come Bruce Springsteen o Nick Cave.

Durante il lockdown, il gruppo pubblica Light of Love, brano escluso dai dieci di High as Hope e i cui proventi vengono devoluti a medici ed infermieri che hanno fronteggiato la pandemia, a testimonianza di una profonda sensibilità sociale di Florence.

Nel maggio del 2022 (gli album sono solo cinque in tredici anni, parsimonia rara) ecco Dance Fever, annunciato dal singolo King con un espediente di marketing, una misteriosa lettera ai fan e al suo entorurage. Il disco è ispirato dal potere catartico della danza, come in Free (video girato in Ucraina, insieme all’attore Bill Nighy che interpreta “Her Anxiety”, con tanto di messaggio di pace) che è un invito a dimenticare l’ansia e a liberarsi. Heaven is Here è la prima canzone scritta in lockdown quando non si poteva andare in studio, un “baccano di gioia, furia e dolore” come la descrive lei stessa. L’album, secondo la sua definizione è “una favola in 14 brani” (ne esce un altro singolo, My Love), il solito mix di armonia e furore, delicatezza ed energia che restituisce Florence al meglio delle sue capacità in vista di un nuovo tour mondiale.

Florence Welch è un’interprete del nostro tempo, in bilico tra ansia e beatitudine, solitudine e desiderio di amore. Una donna con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, rivelati senza remore on stage e nelle canzoni, in cui ci si può identificare. Cantante e performer straordinaria come non se ne vedevano da tempo, è insieme un’ artista esigente e perfezionista, comunque capace di grandi slanci che ogni sera si racconta sul palco in uno spettacolo sempre diverso.

ascolti

  • Lungs (2009)
  • Ceremonials (2011)
  • How Big How Blue How Beautiful (2015)
  • High as Hope (2018)
  • Dance Fever (2022)

Immagini

  • Song to Song (2017) di Terrence Malick

parole

  • Florence Welch, Useless Magic: Lyric and Poetry (2017)

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