Terry Reid e il “gran rifiuto” alla fama, prima con i Led Zeppelin e poi con i Deep Purple

Si può voltare le spalle alla fama e a gruppi come Deep Purple e Led Zeppelin e comunque costruirsi una carriera solida e una vita lunga e felice nel rock? Il caso Terry Reid dimostra di sì. L’uomo in questione, infatti, declinò l’invito a diventare cantante di non solo di una, ma di entrambe le due più famose band della storia, riuscendo comunque a conquistarsi il suo posto al sole.

Terrance James Reid nasce a Huntindgdon, East Anglia (GB) il 13 novembre 1949. Cantante e chitarrista, si fa le ossa con il gruppo beat Peter Jay and The Jaywalkers dopo aver lasciato la scuola quindicenne. Durante un concerto di supporto ai Rolling Stones alla Royal Albert Hall di Londra, nel 1966 diventa amico di Graham Nash (allora con gli Hollies) che spinge la band a firmare per la Columbia. Pubblicano un singolo di stampo soul, The Hand Don’t Fit the Glove, che ottiene un discreto successo. Ma si sciolgono nel 1967.

Reid, però, attira l’attenzione del produttore Mickie Most che diventa il suo manager e a quei tempi lavorava con Peter Grant. Il singolo Better By Far viene trasmesso da molte radio, ma il primo album da solista Bang Bang, You’re Terry Reid ottiene scarse vendite. Terry se ne va in tour negli Usa con i Cream insieme a Pete Solley (organo) e Keith Webb (batteria) guadagnandosi un fedele seguito e la sua performance finale al Miami Pop Festival viene recensita positivamente da molte riviste.

La canzone Without Expression, contenuta nell’album, avrà vita lunga: scritta da Reid a quattordici anni, viene incisa nel 1968 dagli Hollies come A Man With No Expression, nel 1969 da Crosby Stills Nash & Young come Horses Through a Rainstorm, nel 1973 dai Reo Speedwagon come Without Expression (Don’t Be the Man) e inclusa con questo titolo da John Mellencamp nel suo greatest hits The Best that I Could Do 1978-1988. Cantata nelle prime due versioni da Nash, Horses.. sarebbe dovuta comparire su Deja Vu ma venne sostituita all’ultimo minuto da Carry On di Stephen Stills.

Sempre in quel 1968 viene contattato da Jimmy Page in cerca di una voce per i suoi New Yardbirds che poi diventeranno Led Zeppelin. Lui si è già impegnato come supporter in tour di Stones e Cream ma dice a Page che se viene compensato per le date mancate e Jimmy spiega a Keith Richards perché deve liberarlo, la cosa si può fare. Ma non arrivano ad un accordo e allora Terry suggerisce il nome di un giovane vocalist di Birmingham, Robert Plant, dalla voce tonante e nel contempo delicata e quello del batterista John Bonham che militava con lui nella Band of Joy. Si può dire che Reid sia il “responsabile” della nascita dei Led Zeppelin.

Un anno dopo Terry riceve analogo invito da Ritchie Blackmore per rimpiazzare Rod Evans in uscita dai nascenti Deep Purple. Ma declina cortesemente (il ruolo andrà a Ian Gillan) e si dedica al suo secondo lavoro in proprio, Terry Reid. Due dischi in due anni che denotano già dal titolo la spiccata attitudine a fare da sé. Nel 1969 ilsuo trio fa da supporter alle date britanniche di Jethro Tull e Fleetwood Mac. Apre il tour americano dei Rolling Stones, ma non parteciperà al disastro di Altamont.

Poi Reid entra in contrasto con Most sulla linea musicale: il produttore vorrebbe spingere sulle ballads, ma lui non è dell’idea, preferisce il rock. In quel periodo, non riuscendo a scrivere né registrare, si concentra sull’attività live. Suona all’Isle of Wight Pop Festival nel 1970 con il bassista Lee Miles (già con Ike & Tina Turner), David Lindley e Tim Davis (dalla Steve Miller Band), prende parte al secondo Atlanta Pop Festival e nel 1971 a Glastonbury. Amico personale degli Stones, suona in quell’anno al matrimonio di Mick Jagger e Bianca Moreno a Saint-Tropez. Insomma, anche senza Zeppelin e Purple, è nel giro che conta.

Firma per l’Atlantic Records (etichetta dei Led Zeppelin) con Alan White al posto di Davis alla batteria per registrare il terzo album tra Regno Unito e Usa. Poi White si unisce agli Yes e Lindley va in tour con Jackson Browne. Miles rimane e sarà fedele compagno per molti anni, Conrad Isidore sostituisce White e con l’aggiunta del percussionista Willie Bobo incidono nel 1973 River. Prodotto da Reid stesso, registrato da Tom Dowd e mixato da Eddie Offord (famoso tecnico di Emerson Lake & Palmer), l’album ottiene recensioni positive, ma non il successo commerciale. Materiale di quelle sessions vedrà poi la luce nel 2016 in The Other Side of The River, ad oggi ultimo disco di Terry.

Reid cambierà spesso etichetta, in cerca della formula vincente. Nel 1976 Seed of Memory esce per l’ABC, prodotto da Graham Nash che non dimentica l’amico e tre anni più tardi Rogue Waves viene pubblicato dalla Capitol. Nel 1981, un anno dopo lo scioglimento degli Zepps con la morte di Bonzo, Terry abbandona la carriera solista per le sessions di studio, registrando album per Don Henley, Jackson Browne e Bonnie Raitt. Intanto fa uscire dischi, seppure con il contagocce.

Il ritorno avviene una decade dopo con The Driver, per la WEA, prodotto da Trevor Horne. Contiene una cover di Gimme Some Lovin’ dello Spencer Davis Group che viene inclusa nella colonna sonora di Days of Thunder, film automobilistico di Tony Scott con Tom Cruise.

Negli anni Novanta, Reid è stato in tour con Mick Taylor e nel 1993 ha messo insieme una band informale chiamata The Flew con gente come Joe Walsh, Rick Rosas, Phil Jones degli Heartbreakers di Tom Petty e Nicky Hopkins. La loro performance alla Coach House di San Juan Capistrano è stata l’ultima di Hopkins prima della scomparsa del pianista.

Nel 2002, Reid tornò con il fido bassista Miles per tre date al Womad Festival vicino a Reading, la sua prima apparizione live dopo anni. Nel 2005 suonò in club londinesi come il Ronnie Scott’s e il 100 Club, presentato spesso come “The Man with a Hell of a Story To Tell”, l’uomo con un cazzo di storia da raccontare. Il Ronnie Scott’s divenne la sua tana preferita (jazz club, ma aperto anche al rock) e vi suonò per parecchi anni, registrandovi l’album Live in London del 2012. Tra il 2002 e il 2012 Reid apparve regolarmente anche in grandi festival come Glastonbury, Isle of Wight, Secret Garden, Rythm Festival e All Tomorrow Parties. Un nuovo album dal vivo, Alive, fu pubblicato nel 2004 e Reid si esibì regolarmente nel “Big Monday” al The Joint di Los Angeles, con special guest come Robert Plant, Eric Burdon, Keith Richards, Bobby Womack e Roger Daltrey.

Altra popolarità arrivò a Reid dal mondo del cinema. La canzone Dean da River venne usata nel film The Criminal uscito nel 2001. Il produttore Chris Johnson, divenuto suo amico e consulente, lo incoraggiò a tornare a suonare dal vivo, aiutandolo a trovare date negli States e nel Regno Unito, scritturandogli musicisti, favorendo le collaborazioni con altri artisti, organizzandogli il catalogo, inserendo canzoni nei film e perfino procurandogli ruolo da attore. Nel 2003 Johnson mise tre suoi brani, Seed of Memory, To Be Treated Rite e Brave Awakening, nella colonna sonora di The Devil’s Rejects diretto da Rob Zombie. Anche Faith To Arise finì nello stesso anno in Wonderland e nel 2017 in Win It All. Nel 2009 Be Yourself, scritta per Songs for Beginners di Graham Nash, fu inclusa nel film Up in the Air di Josh Reitman. In The Greatest Game Ever Played di Bill Paxton (2005), Reid fa la parte di un caddy.

Tra il luglio e l’agosto del 2007, Terry ritornò dal vivo per un altro tour di sei settimane nel Regno Unito supportato da The Cosmic American Derelicts, band del New Jersey il cui chitarrista Eddie Rainey entrò poi nel suo gruppo per tre anni. Con lui il 26 giugno 2009, Reid suonò al Great Yarmouth Club, dove si riunì con Peter Jay per la prima volta da tanto tempo.

Reid ha anche collaborato con artisti di diversa estrazione. Con The Shine, gruppo francese di trip-hop, ha registrato a Parigi parecchie tracce come cantante ospite e suonato al Pigalle Club di Londra il 26 agosto. Shine featuring Terry Reid uscì come EP nel novembre 2009.

A San Francisco ha prestato la sua voce per Listen di DJ Shadow, una delle bonus tracks del suo best. Con gli Alabama 3 ha diviso il palco al Rythm Festival e progettato un lavoro che deve ancora vedere la luce, All God’s Children Need Dancing Shoes.

Non gli mancano i riconoscimenti dei grandi. Robert Plant ha dichiarato che la sua è una delle migliori voci della sua generazione mentre Jimmy Page gli ha riconosciuto un’influenza sul primo materiale dei Led Zeppelin e gli è grato per averlo messo in contatto con Plant. Una delle sue prime canzoni, Rich Kid Blues, è stata interpretata da Mariane Faithfull in un album del 1984. L’artista britannica Rumer ha registrato Brave Awakening su Boys Don’t Cry del 2012 ed è apparsa ai suoi concerti al Jazz Cafe e all’Half Moon. I Cheap Trick hanno incluso Speak Now nel loro album di debutto del 1977.

Jack White con The Raconteurs ha registrato una versione di Rich Kid Blues sul secondo lavoro Consolers of the Lonely (2008). The Split Squad ha infilato una cover di Tinker Taylor nell’album di esordio Now Hear This… del 2014. Il disco solo di Joe Perry Sweetzerland Manifesto (2018) comprende tre brani scritti insieme a Reid e cantati da Terry.

Nel 2020, sull’album postumo di Chris Cornell No One Sings Like You Anymore, Vol.1 compare una versione di To Be Treated Rite insieme ad una cover di Stay with Me Baby.

Terry Reid, all’età di 73 anni, sì e scavato un posto nella storia, è apprezzato da molti grandi artisti ed è ancora sulla breccia, dopo che gli Zep sono ormai un ricordo lontano e i Purple sono diventati irriconoscibili rispetto a quelli a cui aveva rifiutato di unirsi nel 1969.

Che, alla fine, abbia avuto ragione lui?

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