Willie Dixon, pugile mancato che firmò tutti i classici del rock blues

Il nome di Willie Dixon è legato a classici blues che sono diventati pilastri del rock. Brani come Hoochie Coochie Man, You Shook Me, Little Red Rooster, Back Door Man, I Can’t Quit You Baby portano la sua firma. Contrabbassista per Muddy Waters e molti altri, è l’anello di congiunzione tra il blues rurale del Mississippi (dove nacque a Vicksburg il 1 luglio 1915), il Chicago Blues e il rock and roll, avendo messo il suo strumento al servizio anche di Chuck Berry e Bo Diddley.

Un musicista trasversale, un padre ispiratore e soprattutto un autore molto prolifico. La sua musica ha influenzato Rolling Stones, Doors, Allman Brothers e Led Zeppelin per citare solo alcuni dei gruppi maggiori. Questi ultimi a tal punto da dovergli riconoscere un sostanzioso risarcimento extragiudiziale per non averlo citato nei credits di Whole Lotta Love. Come è stato stabilito poi, si tratta praticamente di una rielaborazione della sua You Need Love, scritta per Muddy Waters nel 1962.

In gioventù William James Dixon era un tipo piuttosto turbolento e decise di sfogare la sua aggressività trasferendosi a Chicago e dedicandosi al pugilato. Era alto e di corporatura massiccia, ottenne buoni risultati tra i dilettanti vincendo anche un Golden Gloves dei pesi massimi nel 1936. Ma non arrivò mai a livelli professionistici, preferendo lo studio del contrabbasso che aveva iniziato nel 1939. E dovette temporaneamente abbandonare quando finì in carcere per dieci mesi, dopo aver rifiutato l’arruolamento durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nel dopoguerra formò il Big Three Trio insieme al suo maestro di contrabbasso e arrivò ad incidere per la Columbia. In seguito, nel 1948, firmò un contratto con la Chess Records, leggendaria etichetta blues di Chicago, come bassista residente, arrangiatore e compositori, ma i rapporti con la casa discografica furono spesso travagliati anche se durarono fino ai primi anni Sessanta. Poi passò alla meno nota Bluesville.

Alla fine degli anni Sessanta conobbe una nuova giovinezza portando in giro per l’Europa il blues con la Chicago All Stars Band e riscuotendo l’ammirazione di tanti musicisti della british invasion di cui era stato ispiratore.

Tra gli anni settanta e ottanta si ammalò di diabete e dovette subire l’amputazione di una gamba. Riuscì comunque a incidere nel 1985 l’album Mighty Heartquake and Hurricane. Morì d’infarto a Burbank, California, il 29 gennaio 1992 e venne sepolto in Illinois, ad Alsip. Nel 1994 è entrato postumo nella Rock and Roll Hall of Fame nella categoria Early Influences, in quanto i suoi brani, sebbene di impostazione blues, servirono di ispirazione a molti artisti rock.

Probabilmente, senza Willie Dixon, non ci sarebbero stati i Led Zeppelin, che inclusero le sue You Shook Me e I Can’t Quit You Baby sul loro album di debutto. Hoochie Coochie Man è stato per anni un cavallo di battaglia degli Allman Brothers. Howlin’ Wolf incise Little Red Rooster (1961) e Back Door Man (1960) che poi furono riprese, tra gli altri, da Rolling Stones e Doors.

La sua I Just Want Make Love To You (1954), scritta insieme a Muddy Waters è stata interpretata da decine di artisti tra cui Etta James, Van Morrison, Grateful Dead, The Animals, Tom Petty e perfino dagli Smashing Pumpkins. I Cream di Eric Clapton fecero un successo di Spoonful e il Jeff Beck Group riprese I Ain’t Superstitious. in una memorabile versione con la voce di Rod Stewart

Willie Dixon non ha solo esercitato un’enorme influenza su molti artisti rock. Con la Blue Heaven Foundation ha aiutato molti musicisti blues disoccupati e fornito educazione a giovani senza mezzi. La sua autobiografia I Am The Blues è stata pubblicata nel 1989. Nel bel film di Darnell Martin, Cadillac Records che racconta la storia della Chess, il suo personaggio è interpretato, molto bene, da Cedric The Entertainer.

ascolti

I Am The Blues (1970)

The Chess Box (1988)

visioni

Cadillac Records (2008), di Darnell Martin

parole

Willie Dixon – I Am The Blues (1989)

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