Ray Charles, Aretha Franklin, John Lee Hooker, James Brown e tutti gli dei benevoli del blues. I ciambelloni strepitosi, i nazisti dell’Illinois, le cavallette, i quattro polli fritti e una Coca. Matt “Guitar” Murphy, Steve “The Colonel” Cropper, Donald “Duck” Dunn (due dei Booker T &The Mg’s), Alan “The Faboulous” Rubin, “Blue” Lou Marini, Tom “Bones” Malone (sezione fiati di Frank Zappa), Willie Hall alfieri del rythm and blues.
E poi loro, l’esuberante Joliet Jake e il riservato Elwood, The Blues Brothers, fratelli di sangue in missione per conto di Dio, inseguiti da metà della polizia e dell’esercito americano guidati dal bonario John Candy (“aspettate, non ho mai sentito cantare questi ragazzi”), dagli inferociti Good Ole Boys di Charles Napier, dai nazi pasticcioni di Henry Gibson, dalla vendicativa Carrie “Leia” Fisher armata di lanciafiamme e detonatori.
The Blues Brothers non è un film, è una festa per il cuore, l’anima, e le gambe. Irresistibili fratelli Blues, vestiti da beccamorti, a bordo di una Bluesmobile che è meglio della Batmobile, seminano tutti cercando di racimolare i soldi necessari per pagare le tasse del loro Orfanotrofio (diretto dall’implacabile Pinguina Kathleen Brennan) ed evitarne le chiusura, aiutati da Cab Calloway, esibendosi in topaie per camionisti e hotel di lusso, sponsorizzati suo malgrado da Ray’s Music, incitati da Preacher Brown, scoraggiati da Aretha (“You better think”).
Intorno a loro scorre blues a fiumi (e questo film all’inizio degli anni Ottanta ha spalancato porte a molti, sottoscritto compreso) mentre le loro esibizioni sono continuamente interrotti. Per fortuna c’è il disco con la colonna sonora strepitosa, con le versioni integrali, viatico per entrare in un mondo che viaggia al ritmo del soul, l’anima musicale, dei neri ma anche dei bianchi. John Landis in The Blues Brothers sposa il demenziale con la commedia, mescola battute fulminanti e atmosfere da film di gangster, trasforma luoghi comuni in perle di saggezza. Crea un film di culto assoluto.
Film spettacolare, The Blues Brothers, con uno dei più movimentati e catastrofici inseguimenti della storia del cinema. Film istruttivo. Il finale insegna che a fare buone azioni si finisce sempre in galera (naturalmente al ritmo di Jailhouse Rock), specie se ci si mette contro le forze dell’ordine.
Ma abbiamo già spoilerato abbastanza, ora andate a vederlo. Se per voi è la prima volta, vi invidiamo.
The Blues Brothers (1980)
di John Landis
con John Belushi, Dan Aykroyd, Carrie Fisher