Tributo sincero a Davide “Cocco” Cocconcelli, scomparso troppo presto, uno che viveva di musica e sapeva trasmettere emozione e passione. L’OffModena ha ospitato per Heart of Gold (hit dell’ amato Neil Young) in una domenica di settembre una serie impressionante di band e musicisti che hanno voluto omaggiare l’amico con la musica che piaceva a lui, sul palco in rapida successione. Generazioni diverse unite nel segno comune di rock, blues, folk, punk, metal e altro ancora.
E’ stata anche l’occasione per mettere in vetrina tante energie interessanti che si agitano nella Modena attuale, città musicale che ha sfornato gente come Equipe 84, Nomadi, Francesco Guccini, i City Ramblers e oggi mantiene un ruolo guida, soprattutto verso gli indipendenti che questo locale accoglie. L’ intelligente recupero di un’ ex area industriale da parte dell’associazione Stoff ha consentito di mettere a disposizione un capannone al coperto da 300 posti in piedi ed un’area esterna con provvidenziali tensostrutture parapioggia, quella dove si è tenuto il maxiconcerto.
Aperto dagli Youngs, tribute band di Neil guidata da Giampaolo Corradini, in cui a lungo ha militato Cocco, con una rugginosa versione di Revolution Blues, la scaletta ha via via proposto il delicato folk di Betty Vezzani tra Nico e Sandy Denny, il cantautorato ironico di Giancarlo Frigieri, il progressive rock alla Jethro Tull dei Brian Stoned, le atmosfere tra tex-mex e Stooges di Man y Miguel, le letture di Kerouac con sax di Collettivo Squilibri.
E ancora, una straordinaria performance acustica del “decano” Johnny La Rosa tra Listen to the Lion di Van Morrison e il jungle beat sempreverde di Mona (Bo Diddley, ma anche Springsteen e Quicksilver), le svisate chitarristiche hendrixiane di Simone Galassi con la sua band e una smagliante I’m Glad (Cream, ma scritta da Skip James), May Gray, Evil Knievel, Coco and Lighters, Mother Island, Ed, Rainero, Gabriele Zambelli, Tracked Clockhand che hanno fatto Tool e Black Sabbath.
Menzione particolare per l’energia devastante espressa da band di giovani come Hornets e Sharasad che hanno infiammato e divertito il pubblico, le frequenti apparizioni di Claudio Luppi (Pip Carter, con e senza The Deads), cantante e chitarrista, organizzatore e anima della serata. Suo il commento finale: “Ho rivisto Cocco ieri sera! Nelle sue svariate sfaccettature era lì, tra il pubblico, tra quello che spinge e scalpita per ballare e quello timido che sta in un angolo e poi monta sul palco e diventa un leone. Ieri avete illuminato i luoghi come sapeva fare lui”.
Auspicabile che questo tributo possa diventare un appuntamento annuale. Intanto nei prossimi giorni sarà resa nota la cifra raccolta (dall’ingresso a offerta libera) che verrà donata in beneficenza nel nome di Davide Cocconcelli, man of music.