Ray Davies, il dandy che inventò heavy metal e opera rock

Ray Davies è il leader e l’anima dei Kinks. Con loro negli anni Sessanta gettò le basi dell’heavy metal e scrisse opere rock ben prima di Pete Townshend sull’english way of life. Cantore della normalità british, è stato anche eccentrico protagonista di quegli anni, con una lunga carriera arrivata fino ai giorni nostri, attraverso continue trasformazioni del suono. Ha ispirato gente come lo stesso Townshend, The Clash, Stranglers, Paul Weller, Oasis, Blur e altri protagonisti del britrock di ogni tempo.

Raymond Douglas Davies è nato a Muswell Hill, nord di Londra, al n.6 di Denmark Terrace, Fortis Green il 21 giugno 1944, settimo di otto figli, in una tipica casetta di sobborgo che sarebbe stata scenario delle opere future. Si accinge dunque a compiere 78 anni ancora in piena attività musicale, anche se è un po’scomparso dalle scene importanti. Quelle che aveva occupato fin dai primi anni Sessanta con i Kinks, band fondata nel 1962 insieme al fratello chitarrista ritmico Dave, Mick Avory alla batteria e Pete Quaife al basso, considerata tra le più influenti della British Invasion.

I Kinks, nel 1964, con il riff duro e tagliente di You Really Got Me posero le basi dell’hard rock a venire (notevole la versione, tra le mille, dei Van Halen), così come con All Day and All Of The Night che fu ripresa dagli Stranglers.Ebbero hit strepitosi con Sunny Afternoon (che nel 1966 scalzò dal primo posto Paperback Writer dei Beatles) e Waterloo Sunset (1967). Ma soprattutto la scrittura di Ray si caratterizzava per una vena ironico-satirica che lo avrebbe portato ad ideare dei concept ispirati alla britannica vita quotidiana.

Nel 1968, quindi un anno prima di Tommy degli Who, uscì The Kinks Are The Village Green Preservation Society, la prima opera rock e pochi mesi dopo Ray completò il capolavoro Arthur (Or The Decline and Fall of the British Empire) che però non fu rappresentato, venne pubblicato in ritardo e quindi perse il primato. I Kinks non avevano la forza commerciale di Townshend e soci, malgrado avessero indicato la strada, così Tommy diventò molto più famosa (e vista).

Album dopo album, cambiava radicalmente lo stile del gruppo. Dal sound grezzo e schietto, quasi garage, dei primi lavori, si passava ad un rock orientato verso il vaudeville, il music hall e il pop da camera, generi tipicamente inglesi. I Kinks erano contemporaneamente il controcanto ironico e la rappresentazione di un mondo, ancora oggi i loro dischi sono fondamentali nella storia per capire un’epoca e contengono satira universalmente valida.

Preceduto dal singolo Lola (storia di un travestito di Soho, anticipatrice dei temi glam rock) nel 1970 l’album Lola versus the Powerman and the Moneygororund, Part One ebbe un inaspettato successo nonostante Davies se la prendesse con discografici, manager e il mondo della musica in generale. Nel frattempo Quaife aveva lasciato il gruppo ed era stato sostituito da John Dalton, mentre si era aggiunto il tastierista John Gosling.

In quegli anni, tra insuccessi discografici, abuso di droga e problemi personali, lo stesso Davies si allontanò dal gruppo che prese in considerazione di continuare con Dave alla voce solista, ma poi Ray tornò e riprese le redini del comando.

Nei tardi anni Settanta, sopraggiunto il punk di cui era stato in qualche modo tra i progenitori, Ray Davies attuò un’altra trasformazione, orientandosi verso il pubblico americano, soprattutto con album come Misfits e Low Budget (1979), live memorabili come One for The Road (1980) che confermava i Kinks come uno tra i migliori act in circolazione, al livello degli Who e degli intramontabili Stones, ma sicuramente con meno copertura mediatica. Curiosamente, tra il 1963 e il 1964, erano stati banditi dai tour in America per il loro comportamento selvaggio, che sfociava spesso in risse sul palco. Il che non impedì ai Kinks di restare insieme fino al 1996.

Ray ebbe una burrascosa storia d’amore con Chrissie Hynde dei Pretenders (che inclusero una cover di Stop Your Sobbing nell’album d’esordio del 1980), cominciò a scrivere anche per il cinema (Ritorno a Waterloo, 1985 e Weird Nightmare, 1991) e si diede anche con successo ad una carriera solista.

I Kinks ebbero l’ultimo grande successo nel 1981 con Give The People What They Want che contiene l’hard rock di Destroyer e dal titolo suona come una dichiarazione di resa ai gusti del pubblico, spesso anticipati ma anche contraddetti.

Nel film del 1985 Absolute Beginners di Julian Temple, considerato il manifesto del british soul anni Ottanta (che spesso si rivolgeva al passato), il padre fondatore Ray Davies appare nei divertenti panni del padre del protagonista cantando la canzone Quiet Life.

Ha pubblicato nel 1994 X-Ray, la sua “autobiografia non autorizzata”e nel 1997 ha scritto un libro di racconti intitolato come il suo successo di trent’anni prima Waterloo Sunset, definito “un album concept su carta”.

Osannato dalla folla il 27 giugno 2010 al Glastonbury, Davies ha dedicato la performance a Peter Quaife, il bassista scomparso pochi giorni prima, il 23 giugno, con queste parole “Io non sarei qui oggi se non fosse stato per lui”. Una bella dichiarazione di affetto che dimostra come in fondo anche il cinico, rissoso e irascibile Ray abbia un cuore.

Il suo ultimo album, pubblicato nel 2017, si intitola significativamente, Americana. Un’altra dichiarazione d’amore da parte di un eroe musicale tra due mondi.

Paolo Redaelli

suoni

Kinks – The Kinks Are The Green Village (1968)

Kinks – Arthur (1969)

Kinks – Lola Versus Powerman (1970)

Kinks – Schoolboys in Disgrace (1975)

Kinks – One for The Road (1980)

Ray Davies – Americana (2017)

parole

Ray Davies – X-Ray

Ray Davies – Waterloo Sunset

immagini

Kinks – One for the road (dvd, 2006)

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