Tommy, Ziggy Stardust, Arthur. E, ancora più indietro nel tempo, S.F Sorrow dei Pretty Things. Non mancano precedenti illustri per questo disco che ci riporta all’epoca in cui, per parafrasare il buon Zavattini, “un album concept voleva dire veramente un album concept”.
L’inaspettata ascesa e la subitanea caduta di Fernando sono raccontate da Ferruccio “Ferro” Quercetti, membro fondatore dei taglienti Cut, qui in un’avventura da “Solo” (con un piccolo aiuto da parte di alcuni amici) dall’irresistibile sapore reso ancora più retro dal fatto che il lavoro è anche in vinile. E che lavoro, questo album dal gusto deciso di garage rock, affilato come una lametta punk, alle spalle la lezione di maestri come Who e Kinks, ma con grande personalità.
Si sviluppa così la storia di Fernando, per ora in due volumi usciti a distanza uno dall’altro (il che è un altro fattore inconsueto per i tempi attuali) che forse avrà un ulteriore seguito, come un feuileton d’altri tempi. I brani sono altrettanti capitoli di una vicenda umana, un’altra ascesa e che comncia ed una caduta rapida,, come quella di Ziggy.
La musica è nervosa, scattante, pochi gli episodi rilassanti che comunque fanno “respirare” la narrazione. Le radici punk sono presenti, così come le tracce garage, anche se rielaborate in una cifra personale originalissima. Tantissime le citazioni seminate qua e là: Johnny Cash, Kinks, The Who, Bowie, Clash, Lloyd Cole, il primo Joe Jackson, Graham Parker, Joan Jett. Ci si diverte un sacco a riconoscerle tutte come, lo sospettiamo, Ferro si è divertito a spargerle in un paesaggio decisamente rock dove non mancano richiami all’elettronica anni Ottanta, come nell’inconsueto gospel kraut One Man’s Heaven sul vol.2
Due dischi per un solo album concept (ma potete anche ascoltarli separatamente) che ha tutte le carte in regola per imporsi su un mercato internazionale, un lavoro accurato e ricco di passione per la grande musica che ci ha preceduti. Tra l’altro è con tutta probabilità il primo ed unico album concept che racconti l’epopea punk wave, con i suoni di quell’era e fa riflettere che ci abbia pensato un italiano.
Ferro Solo – Almost Mine: The Unexpected Rise and Sudden Demise of Fernando, Pt.1 e Pt.2
Paolo Redaelli