“Pesce d’aprile” anticipato, il 4 febbraio al Teatro Duse di Bologna, con Cesare Bocci e Tiziana Foschi. Il brutto scherzo di cui si parla è quello che il destino ha giocato al popolare attore e a sua moglie Daniela Spada quando il 1 aprile del 2000 un ictus post-parto la colpì poco dopo la nascita della primogenita Mia.
Fortunatamente la donna si è ristabilita e insieme al marito ha scritto un romanzo edito da Sperling&Kupfer che ha venduto più di diecimila copie in un anno, ora divenuto spettacolo teatrale con la firma di Bocci e Foschi e con la supervisione alla regia di Peppino Mazzotta che dell’attore marchigiano (Camporotondo di Fiastrone, 13 settembre 1957) è compagno di set da lunga data nella serie tv di Andrea Camilleri Il Commissario Montalbano. Bocci è il fascinoso vice Mimì Augello, sempre sensibile al fascino femminile, Mazzotta il fedelissimo ispettore Fazio.
Sul palco però Bocci non fa il latin lover, nè investiga. Racconta un dramma familiare di cui è stato protagonista in prima persona, non una vicenda capitata ad altri, come spesso accade. E’il racconto di un grande amore che la malattia ha reso ancora più grande: un’esperienza di vita reale, toccante, intima e straordinaria di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando all’improvviso il destino, con un malefico “pesce d’aprile”, sconvolge la loro esistenza.
Uno spettacolo vero, lucido, ironico e commovente, in cui i due protagonisti si mettono a nudo svelando le loro fragilità, raccontando come all’improvviso possano crollare le certezze e come si possa risalire dal baratro con caparbietà, incoscienza, tanto amore e voglia di vivere. In un’alternanza di situazioni dolorose, grottesche, a volte divertenti, si delinea l’immagine di una donna prigioniera di un corpo che non le obbedisce più e che lotta per riconquistare la propria vita, con il suo uomo che le è accanto sempre e comunque sorridente. Con ironia e disarmante lucidità prende corpo una testimonianza diretta che trasmette tanta forza, quella forza che spesso manca nel quotidiano.
Un racconto al quale si assiste in un contrasto positivo di emozioni: con gli occhi lucidi e la risata che prorompe all’improvviso, a volte amara, altre volte semplice, spontanea, liberatoria.
Paolo Redaelli