Ultima corsa anche per Peter Fonda, il Capitan America di Easy Rider. L’attore americano se n’è andato a 79 anni (era nato a New York il 23 febbraio 1940 ) per un cancro al polmone. La moglie Parky, piangendo “una persona dolce e sensibile” ha chiesto di “alzare un bicchiere con lui alla libertà”.
Figlio, come la sorella Jane, della controcultura americana anni Sessanta, alle spalle la presenza ingombrante di un padre come Henry Fonda, forse uno dei più grandi attori del Novecento. Era a sua volta genitore di Bridget, che ebbe più successo di lui.
Peter aveva trovato la sua strada con un film diventato cult assoluto come Easy Rider (1969) diretto dall’amico Dennis Hopper, di cui avrebbe celebrato a settembre il cinquantennale. Non ne ha avuto il tempo. Ma lui – che ne è stato soggettista, sceneggiatore e produttore – e Dennis (scomparso nel 2010) festeggeranno insieme da un’altra parte.
Easy Rider è un film rock dalla testa ai piedi, grazie ad una colonna sonora con Steppenwolf, The Band, Byrds, Jimi Hendrix e rimane nella memoria collettiva la sua interpretazione collettiva di Wyatt “Capitan America”, il dropout montato su uno splendido chopper a stelle e strisce come il suo casco che se ne va per gli States insieme all’amico Bill (lo stesso Hopper). Road movie per eccellenza, vivificato anche dall’apparizione di un Jack Nicholson agli albori di carriera nei panni dell’avvocato ubriacone. Un film ricco di poesia, comicità e dramma, una perla cinematografica che tutti i giovani dovrebbero vedere, anche se a loro sembrerà lentissimo.
Peter anche nella vita aveva frequentato le droghe. Famoso un suo party a base di LSD con i Beatles che ispirò la canzone She Said She Said su Revolver del 1966. A differenza di tanti altri lui, però, non ne è rimasto vittima.
Due anni prima, Peter aveva interpretato Il serpente di fuoco, diretto da Roger Corman e scritto da Jack Nicholson che racconta la notte allucinata di un uomo alla sua prima esperienza con l’ LSD, quasi un prodromo di Easy Rider mentre Svalvolati on The Road (2007) ne è quasi la sbiadita parodia.
Altri film in cui Peter mostra la sua predilezione per viaggi e fughe sono La corsa più pazza d’America del 1981, Fuga da Los Angeles di John Carpenter (1996) e Ghost Rider (2007) in cui è addirittura il Mefistofele che perseguita Nicholas Cage. Ultimo ruolo, una parte minore in Un viaggio stupefacente (neanche a dirlo) del 2018 con Donald Trump che chiese la sua testa alla produzione (senza ottenerla) per un tweet nei confronti del figlio. “Contro” fino in fondo.
La tv gli ha regalato, in età avanzata, immancabili apparizioni in serial di successo come E.R” e C.S.I.
Ma per noi Peter sarà sempre Capitan America. Dunque, piace immaginarlo così, in eterno a cavallo del suo chopper per deserti e nastri d’asfalto. Stranamente e curiosamente, Peter ci ha lasciati nello stesso giorno di Felice Gimondi, un altro cavaliere delle due ruote, a propulsione umana in questo caso, campione indimenticabile nell’era del “cannibale” Eddy Merckx.
Paolo Redaelli