I Greta Van Fleet non sono una copia sbiadita dei Led Zeppelin, bensì i loro giovanissimi degni eredi e la rock band di cui noi giovani abbiamo bisogno. Dopo aver assistito alla loro prima data italiana al Bologna Sonic Park, posso affermare che se sono riusciti a stupirvi in radio, live sono tutta un’altra storia: carismatici, talentuosi, energici, sicuramente nostalgici dei tempi migliori del rock. Ma è una nostalgia buona, una di quelle che riesce a riempire il vuoto stilistico lasciato dai Led Zeppelin.
Lungi da me paragonarli a questi ultimi, dal momento che proprio i costanti paragoni – che apparentemente assumono le sembianze di eccelsi complimenti – potrebbero essere invero la loro più nefasta rovina. Mi chiedo, poi, da quando assomigliare ai Led Zeppelin sia un terribile peccato, soprattutto in un momento storico come questo in cui l’autotune e i computer hanno sostituito l’estensione vocale e gli strumenti.
I Greta Van Fleet, piuttosto, rendono omaggio a chi ha reso il rock una vera e propria forma d’arte, e questo è sicuramente evidente durante i loro concerti: voce e movenze alla Robert Plant, riff alla Jimmy Page. Chiari sono anche i rimandi agli Aerosmith (ai quali hanno sempre ammesso di ispirarsi) negli assoli improvvisati, in cui è possibile rinvenire ad esempio il famoso ritmo del basso di Come Together.
Posti in questi termini, i Greta Van Fleet potrebbero sembrare una band fatta e finita, ma non è così. Hanno ancora un repertorio ristretto – al netto di due soli album pubblicati – e molta strada da fare (considerando che hanno solo 20/21 anni), ma quella che hanno intrapreso è certamente nella direzione giusta.
Durante il loro concerto mi è sembrato per la prima volta di essere al posto giusto al momento giusto, uno di quelli che ricorderai orgogliosamente in età adulta: “10 luglio 2019, primo concerto dei Greta Van Fleet in Italia al Bologna Sonic Park: io c’ero”. Il che assume una connotazione ancora più importante per me, essendo bolognese.
Ho avuto l’occasione di partecipare ai concerti delle giovani rock band più promettenti del mercato discografico attuale, ma posso liberamente affermare che i Greta Van Fleet sono qualcosa di diverso, sono oltre. I quattro giovani statunitensi infatti hanno avuto la grandiosa capacità di mettere d’accordo più generazioni, anche gli originali e scettici fan dei Led Zeppelin (i quali, nonostante le innumerevoli critiche mosse, erano comunque presenti allo spettacolo).
Quante volte gli adulti hanno sostenuto che “il rock è morto e lo hanno ucciso le nuove generazioni”? Come dargli torto, in fondo; basta accendere la radio per constatare la preponderante quasi assenza del rock. Ma il rock non è morto e non accadrà finché ci saranno ragazzi in grado di esprimersi nei suoi termini. Quei giovani ci sono, e i Greta Van Fleet sono la prova lampante che il rock, così come lo intendevano i nostri nonni, non morirà mai.
Alessandra Valentini