La pioggia noiosa dell’ultima serata dell’inverno milanese costringe una folla di fans intorpiditi ad ammassarsi al riparo sotto il porticato del bellissimo Teatro Dal Verme nel centro storico a due passi dal Castello Sforzesco. Tra il ciarlìo emerge la perplessità riguardo il primo tour solista del leader degli Afterhours.
Il palco è allestito come un accogliente salotto: un attaccapanni, due poltrone, una lampada e un tavolino con un giradischi che suona Nick Drake. E poi strumenti ovunque: sei chitarre, due violini, un synth, un pianoforte e un epico Fender Rhodes. Tutto questo fa da cornice all’entrata teatrale dei protagonisti della serata, Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, i quali, dopo aver appeso cappotto e cappello e sfumato la musica fermando il piatto senza alzare il braccio, impugnano uno il violino e l’altro la chitarra e attaccano Place to Be dello stesso Drake.
Capiamo che non sarà un concerto rock con Manuel a torso nudo che fa roteare il microfono alla Roger Daltrey. “Grazie per aver riempito il teatro sulla fiducia, senza un disco nuovo fuori.” Con queste parole Agnelli allontana i dubbi iniziali del pubblico e probabilmente anche i suoi, prima di intonare Padania, canzone che apre uno spettacolo intimo e articolato, fatto non solo dai bellissimi classici come Bianca, Ballata Per Piccole Iene, Strategie e da pezzi in apparenza minori e alternativi, ma anche da molte cover degnamente reinterpretate (Springsteen, Waits, Nirvana, Joy Division, Lou Reed, Elvis Costello), per rivivere la storia della sua e della nostra generazione. A rendere l’atmosfera maggiormente suggestiva, anche delle letture di Flaiano, Manganelli e Pasolini, oltre a diversi racconti personali e aneddoti che mostrano un lato simpatico e divertente del tenebroso rocker.
Ma l’elemento che eleva il tutto a un livello eccelso sono gli arrangiamenti dei pezzi, mai banali, frutto dell’intesa artistica e personale con l’abile Rodrigo D’Erasmo. I due si muovono con classe e naturalezza sul palco tra le postazioni con gli strumenti e il salottino dove chiaccherano, brindano e suonano seduti comodi e rilassati, per poi dare spazio a Ghemon. L’ospite, prima legge Pasolini, poi canta una calda versione del suo pezzo Un Temporale in duetto col padrone di casa.
An Evening With Manuel Agnelli si rifà per alcuni aspetti al programma televisivo Ossigeno, risultato di continua ricerca, sperimentazione, crescita e maturazione artistica del personaggio conduttore, giudice e musicista.
Richiamati sul palco per la seconda volta, si conclude scherzosamente la prima delle due date milanesi tutto esaurito dell’eclettico spettacolo (domenica 14 e lunedì 15 aprile): “Non sopporto quegli artisti che parlano solo di se stessi”, dice con autoironia Manuel, poi toglie la giacca mostrando una t-shirt con la propria faccia. E, prima della standing ovation finale, invita il pubblico a cantare Non è per sempre e Quello che non c’è: “Arrivo da un talent: la cantate voi, io vi giudico”, accontentando anche i fans più nostalgici e conservatori.
Manuel Toppi
Setlist: Place To Be (Nick Drake)/Padania/Male di Miele/Come Vorrei/Pelle/Ti Cambia Il Sapore/The Bed (Lou Reed)/Bianca/Shadowplay (Joy Division)/State Trooper (Bruce Springsteen)/Strategie/You Know You’re Right (Nirvana)/Martha (Tom Waits)/Adesso E’ Facile/E’ Solo Febbre/Perfect Day (Lou Reed)
Encore: Noi non Faremo Niente/Un Temporale (Ghemon)/Ballata Per La Mia piccola Iena/Ci Sono Molti Modi
Encore 2: Shipbuilding (Elvis Costello)/Non E’ Per Sempre/Quello Che Non C’é