Sarebbe impossibile fare una premessa esauriente su Xiu Xiu, ed essere fan di Jamie Stewart può sicuramente influenzare il nostro giudizio riguardo una sua performance dal vivo, ma cosa aspettarsi quando si è rimasti perplessi di fronte all’ultimo album Girl With A Basket Of Fruit? La maggior parte delle persone presenti al live del Covo Club venerdì 22 marzo è uscita di casa non sapendo cosa aspettarsi… Se la sua musica sperimentale si sta trasformando in un’esasperazione, come si affronterà l’esibizione? La cifra stilistica rimarrà una novità o diventerà una caricatura? Perché è questo il rischio di un artista che da circa vent’anni, se non di più, produce musica.
Xiu Xiu sale sul palco alle 22:45 , concentrato e intenso come sempre, di fronte a parecchi fan entusiasti, forse anche troppo, date le critiche su chiacchiericci e fotocamere alzate da parte di chi non rimane perplesso dalla voce singhiozzata e filtrata di Jamie Stewart e di tutte le paranoie che mette nei suoi dischi. Nonostante tutto, è indispensabile essere presenti per cercare una conferma, una smentita o se semplicemente volete che Xiu Xiu dimostri davanti ai vostri occhi quanto vale. Così, con amplificatori e synth a creare un rifugio, si apre il microcosmo dove evoca gli spettri dei suoi brani. Indubbiamente non è facile creare in un concerto quegli inni alla disperazione che sono i suoi sfoghi dell’anima ma, nonostante la perplessità iniziale, anche grazie all’alternarsi equilibrato di brani nuovi e non, Xiu Xiu regala un emozione pura, slegata da spazio e tempo, che vibra dell’eco della sua musica.
Un dedalo di urla e percussioni, miste ad una vena industrial debordante e a un uso delle voci che non potrebbe essere più eclettico. La partenza è di quelle che non si scorda, con Sad Redux-O-Grapher, e la negatività che pervade questo artista si comincia subito a percepire. Si acquista un po’ di energia con Luv The Valley OH! e la particolarissima commistione di art rock, sperimentalismi vari e una vena compositiva decisamente (post) punk. Scisssssssors è la prima traccia di Girl With A Basket Of Fruit presentata al pubblico che, con una sonorità destabilizzante e curiosa, fa ritornare prepotentemente la dimensione noise grazie alle percussioni che prendono decisamente possesso della scena in un tripudio tribal-ambient.
Il potere della musica è ancora lì, ma il controllo è così evidente che questa diventa, in un certo senso, più coinvolgente, e la moderazione di Stewart aumenta l’intensità della performance. Il set finisce con uno dei favoriti della folla, Sad Pony Guerilla Girl, dimostrando che, per quanto possa essere difficile digerire Xiu Xiu, Stewart rimane uno dei musicisti più straordinari e importanti degli ultimi quindici anni in grado di creare tinte buie con una scatola di colori pastello. E il tutto con solo due membri della band.
Ci sono molti modi di affrontare la fine di un concerto: discutere della performance, chiedere timidamente una foto all’artista o tornare a casa per digerire ciò a cui si è appena assistito. Una parte del pubblico però, quella che vuole scrollarsi di dosso le emozioni suscitate da Stewart e il suo senso di oscurità, si scatena sulle note danzerecce del dj set più pazzo e scatenato del Covo. Benuzzi e Merighi di Glamorama, con il loro indiecomeon, fanno impazzire una gate illuminato da starlight che spegne le luci a tarda notte lasciando tutti più che soddisfatti.