Limiñanas live al Covo Club: nella dimensione parallela

Dal loro album Malamore, i Limiñanas non si sono fermati mai e, grazie a loro, la confusione del garage rock finalmente ha una voce nei festival di musica contemporanea; sabato 16 marzo il gioiello francese ha fatto tappa a Bologna per un’unica data italiana al Covo Club, in collaborazione con No Glucose Festival, per un concerto a cui era necessario essere presenti per concludere al meglio la settimana.

Il set dei Limiñanas inizia in perfetto orario, alle 22.45, subito dopo un opening dalle tinte synth/punk ad opera di Perfume, progetto musicale del californiano Matthew James che mescola synth, battiti di batteria lo-fi primitivi e chitarre ringhianti per creare canzoni che fondono generi di aggressivo post punk e dark synth pop, minimal house e experimental. Abbinato ad una sala buia e ipnotizzante, la performance dal vivo è espressiva, coinvolgente e da non perdere.

Limiñanas
Limiñanas live al Covo Club

Quando i Limiñanas arrivano sul palco, ci rendiamo subito conto che i numeri sono stati rivisti al rialzo e che ora sono cinque a circondare Lionel e Marie. I due si sono guadagnati un vero e proprio seguito a partire dalla loro casa di Perpignan, arruolando, durante il percorso, ospiti come l’attrice Emmanuelle Seigner o la leggenda del basso Peter Hook. Con il nuovo album Shadow People, prodotto dal loro amico e compagno di viaggio Anton Newcombe dei Brian Jonestown Massacre, confermano la storia di un successo improbabile sotto molti aspetti. I Limiñanas lasciano il loro lavoro all’età di trent’anni per perseguire il loro primo amore, quello per la musica; invitano altri a cantare le loro chansons a ruota libera dal vivo creando un clima di festa che tutti abbiamo vissuto e percepito lo scorso sabato.

C’è qualcosa di così vitale nella loro musica che li rende una forza irresistibile. Tutti vestiti di nero, come al solito, i Limiñanas aprono il fuoco con Malamore: quindi siamo rapidamente nella terra della conoscenza, un invito a tornare immediatamente in patria, con la bionda ambasciatrice olandese Nika a guidare la voce con una sensibilità pop vintage guidata dal basso pesante di Marie. Rianimano Funeral Baby dal 2009, quando Lionel non aveva una barba così brillante, anche se avrebbe potuto facilmente essere stato scritto intorno al tempo del brano Dimanche.

Limiñanas
Limiñanas

La roadtrip prosegue cosparsa da chitarre fuzz e partenze ritmiche primarie a 300 all’ora. Nika non ha il fraseggio di Lionel Gaisque nella versione in studio, ma il suo timbro acidulo ricorda irresistibilmente il bel complice di Serge su Tigre Du Bengal. Per quanto riguarda Lionel, è diventato un direttore d’orchestra, che guida tutta la sua gente esattamente dove vuole…

La loro musica è retro, ma non anacronistica. Portano i Velvet Underground e il yé-yé insieme, in un set di scatole shoegaze dove la ragione per cui tutto funziona così bene è che infondono con amore le loro influenze in canzoni gloriosamente orecchiabili piuttosto che effettuando un lavoro di copia-incolla. Minano il passato ma non ti vietano di fotografarli sul palco per caricare la foto su Instagram se ne hai voglia. 

Forse la cosa migliore di tutte per quanto riguarda i Limiñanas è il loro dono per la semplicità,  come quella di Istanbul Is Sleepyche sbuffa in una moda motorik overdrive usando solo due accordi con cui potresti onestamente perderti per l’eternità. Sul palco del Covo Club la band trasuda freschezza, genialità e stile da ogni prospettiva di osservazione. In sintesi: sono cool. Con i Limiñanas ci siamo lasciati alle spalle tutto il prevedibile per entrare in una dimensione parallela, perché se esiste qualcosa in cui i due sono rimasti incastrati, questa è una bolla analogica, come se il mondo digitale non avesse mai invaso Perpignan.

Elena Rebecca d’Argenio

Ti potrebbe interessare