“Musica non come fine, ma mezzo di evoluzione di noi stessi”. Così Roberto Cacciapaglia, pianista e compositore, definisce il suo nuovo album Diapason che presenterà in concerto giovedì 14 febbraio al Teatro Duse di Bologna. Registrato ai mitici Abbey Road Studios di Londra con la Royal Philharmonic Orchestra, il disco uscito il 18 gennaio in cd, vinile e digitale per Believe Distribution Services, è entrato direttamente al primo posto della classifica iTunes Classic. Ne abbiamo parlato con il disponibilissimo autore milanese (classe 1953) che ha suonato, tra gli altri, con Franco Battiato e Brian Auger, Brian Eno e Tangerine Dream e nel mondo del pop ha prodotto lavori di Alice e Giuni Russo.
Questo live al Duse si annuncia come un’esperienza irripetibile…
Cercheremo di far entrare il pubblico in contatto con tutte le potenzialità del suono. Grazie infatti ad un software innovativo che espande ‘la voce’ del pianoforte nello spazio, saranno resi udibili i suoni armonici che normalmente l’orecchio umano non riesce a percepire, quelli che Pitagora definiva “essenza dell’universo”. A veicolare le emozioni anche la corrispondenza tra il timbro degli strumenti,le frequenze sonore e il light design, in un’armonia totalizzante di luci, suoni e colori.
Con Diapason, lei continua la sua ricerca tra sperimentazione elettronica, espansione del suono acustico e tradizione classica.
La mia intenzione è di comporre una musica senza confini, in cui l’architettura sonora incontra la melodia. Diapason è il simbolo stesso della vibrazione sonora, il suono puro che attraversa lo spazio, la sorgente di tutti i suoni che fa risuonare ogni corpo sulla stessa frequenza, in sintonia con il tutto. Del resto è dal mio primo lavoro del 1974, Sonanze, che cerco di conciliare le “dissonanze” della musica elettronica e contemporanea con le “assonanze” di quella popolare. Più che fondere, mi interessa distillare le varie esperienze, arricchire continuamente il mio suono.
Sul palco con lei al pianoforte, un trio d’archi composto da Ilze Circene (violino), Francesco Caputo (viola) e Ilaria Giorgi (violoncello) e Giampiero Dionigi alla postazione elettronica, ci sarà anche il controtenore Jacopo Facchini.
Con Jacopo collaboro da anni, perché la sua voce contiene in sé un registro maschile e femminile, simbolo dell’unione di energie dei due sessi che convivono in una sola persona, in un’unica musica. Sono tre i brani che ha cantato nell’album. Innocence è basato su un testo di William Blake, A Gift è tratto da un poema del Mahatma Gandhi, mentre The Morning is Born Tonight è ispirato a Martin Luther King. Tre uomini straordinari, un richiamo alla bellezza universale e alla potenzialità insita in ogni essere umano, che può essere riscoperta attraverso la musica e l’arte, soprattutto nel complesso mondo contemporaneo.
Che cosa dobbiamo attenderci da questo concerto?
Gli sviluppi della tecnologia, oggi, ci offrono la possibilità di percepire il suono nello spazio. La musica ci consente di evolvere noi stessi. Dovunque sono stato finora, nel Nord Europa, in Russia, negli Stati Uniti, il pubblico ha sempre reagito con interesse, entusiasmo e calore. In una società tutto sommato superficiale come quella in cui viviamo, mi piace pensare che noi musicisti siamo dei subacquei che vanno in profondità a cogliere la bellezza del suono. E la musica è l’arte più intima, perché viene percepita diversamente da ognuno di noi, anche se rappresenta un linguaggio universale. Che modo migliore dunque per fruirla che non un concerto dal vivo? E, naturalmente, dopo, ascoltarla su un bel vinile.
Paolo Redaelli
Il video di Frequency Of Love, regia di Eleonora Capitani, è stato realizzato a Londra nello studio 2 degli Abbey Road Studios