Chris Cacavas e Steve Wynn riportano in vita a Ferrara il Paisley Underground anni Ottanta. Ma non solo. Il loro concerto alla Sala Estense di giovedì 8 novembre, per la rassegna Reazione K, è stato un concentrato di radici folk e sentieri blues, rock ruvido e ballate delicate, che ha messo in mostra due artisti sinceri, consapevoli di sè e generosi nel concedersi al pubblico sul palco e dopo lo show. Il tempo trascorso con fan e appassionati al termine di uno show è sempre una significativa unità di misura per valutare il rispetto dell’artista per la propria audience.
Che è stata deliziata, e non poco, in quasi due ore di concerto. Per primo compare sul palco Chris Cacavas, chitarra acustica a tracolla, in un set intenso e raffinato, di marca folk blues. Almeno finché non si siede alla tastiera e allora comincia a riaffiorare la psichedelia sottile del gruppo madre, i mitici Green On Red. Cacavas ha una voce espressiva, un po’ nasale, spesso accostata a quella di Neil Young e questa dimensione intima ne fa risaltare al meglio le doti.
Appare poi Steve Wynn, anima dei Dream Syndicate che a tracolla ha una Fender Jaguar, parte elettrico e un po’ più nervoso, percorre strade di polvere e deserti ventosi, rockeggia felpato, inanella riff loureediani tra giorni di vino e rose. E poi stupisce tutti con una versione alla Lou Reed di “una canzone di cent’anni fa”, See That My Grave is Kept Clean di Blind Lemon Jefferson (che sarebbe del 1927), rumoristica e ficcante. A quel punto hai la sensazione che stasera potrà fare di tutto e quando sul palco lo raggiunge Chris, il Sogno comincia a tingersi di Rosso e Verde. L’unione tra i due musicisti è fusione di due personalità distinte e complementari, Cacavas alla tastiera stende tappeti sonori che richiamano quelli di Manzarek per i Doors, mentre Steve racconta le sue storie spesso in chiave talking blues, ricordando gli esordi di un certo Robert Zimmermann. Le due voci sono mature e splendenti, spesso si intrecciano e uno fa i cori all’altro, in uno spirito di totale condivisione che si riflette sul pubblico, prodigo di applausi e di tentativi di accompagnare i ritmo dei due con le mani. Emozioni forti quando Chris&Steve, premiata ditta che sta collaudando in questo tour italiano un’intesa che sembra già perfetta, si lanciano in una versione scarna di “Burn” uno dei pezzi più belli del Sindacato, dagli accenti epici, quasi springsteeniani. Ma diamo a Wynn il merito di aver sempre cercato originalità, forgiandosi una personalità notevole in un campo accidentato come quello della musica americana. Tutti e due dicono “grazie” usando sempre l’italiano, che è un modo gentile di far capire una vicinanza, anche se la lingua è distante. Però si sa che la musica avvicina, abbatte barriere e quindi Wynn e Cacavas si sottopongono volentieri al rito di autografi e strette di mano dopo un breve ed intenso bis.
Meritoria, questa Reazione K, rassegna nata dalla passione di Tom Lampronti e del suo staff di Arcizone K, in collaborazione con Arci e Comune, che porta in un bel teatro di Ferrara nomi interessanti. Ci sono stati Stella Maris, Giovanardi&Donà, ci sarà il 7 dicembre Gaz Coombes, già leader dei Supergrass, ora in proprio.
Ma ne riparleremo presto.
Paolo Redaelli