Here Lies Man, capitanati dal polistrumentista di origini messicane Marcos Garcia (già chitarrista del gruppo afrobeat Antibalas), hanno tenuto il 26 ottobre la prima data del loro tour europeo davanti a una cinquantina di appassionati e di curiosi nel piccolo, ma caldo e accogliente club ‘Spazio La Ligera’ in Via Padova a Milano. La band di Los Angeles si conferma una delle più eccitanti, energiche ed elettrizzanti ascoltate ultimamente.
Fin dalle prime note il pubblico resta stupito e si ha la sensazione di essere di fronte a ‘qualcosa’ di famigliare e inconsueto allo stesso tempo. Una combinazione di musica tradizionale africana con rock psichedelico e funk anni ’70. Come se i Black Sabbath suonassero Afrobeat!
L’intro iniziale cantata evoca esoterici riti Voodoo e catapulta il pubblico magicamente in Africa per poi iniettargli una botta di adrenalina al primo attacco di chitarra rude hard rock.
La scaletta si articola tra i pezzi dei loro due album, alcuni dei quali eseguiti di seguito creando un’onda sonora che investe. In particolare ‘So Far Away’ seguita da ‘Belt Of The Sun’ non trattengono i presenti che si lasciano travolgere da questa vulcanica varietà di forme e generi.
La band magheggia per più di un’ora senza tregua, con una sola interruzione, quando Garcia spiega brevemente la loro idea di musica: creare la colonna sonora del film sulla vita di tutti i giorni.
Riprendono subito suonando ‘Animal Noise’, la traccia che apre il secondo album ‘You Will Know Nothing’ uscito quest’anno. Il brano, come del resto il titolo stesso, richiama l’immagine e la sensazione di ritrovarsi nella vasta Savana.
In chiusura l’inevitabile pezzo che da il nome al gruppo e all’album d’esordio: ‘Here Lies Man’, manifesto di questo esaltante e curioso mix musicale.
Dominanti riff di chitarra, potenti giri di basso e ‘tappetoni’ allucinogeni di sinth spezzati da interludi psichedelici: questa musica è funky, groovy, heavy e trippy e tutto suona maledettamente bene.
Alla fine del concerto ho scambiato due parole con Marcos. Molto cordiale e disponibile, mi ha parlato delle loro fonti di ispirazione: dal Zamrock e Fela Kuti ai Black Sabbath e i Pink Floyd. “L’innovazione di Tony Iommi dei Black Sabbath è stata quella di rendere il riff di chitarra il principio organizzatore di una canzone. Stiamo adottando lo stesso approccio: per Iommi era il Blues, per noi arriva direttamente dall’Africa.”
Prima di salutarci gli ho chiesto il significato del nome del gruppo: “Why the name Here Lies Man?”(Qui sta l’uomo) Mi ha risposto alzando le spalle: “It’s here we are!”(È qui che siamo!) A voi l’interpretazione.
Manuel Toppi
Set List: Voices/Letting Go/Fighting/Summon Fire/When I Come Alone/Blindness/So Far Away/Belt Of The Sun/Talking The Blame/Hell/Animal Noise/That Much Closer/Sorrow Tears/You Ain’t Goin’/Here Lies Man/Eyes Of Law/I Stand Alone