Un nonsabato italiano con Sergio Caputo al Bravo Caffé di Bologna

Non è un sabato qualunque (anche perché é giovedì) quando Sergio Caputo compare da solo sul palco del Bravo Caffè. Berretto da camionista calcato sugli occhi, barbone lungo, il cantautore sembra più un veterano folk blues (un incrocio tra Pete Seeger e Billy Gibbons degli ZZTop) piuttosto che il longilineo swinger del “Sabato italiano” che tutti abbiamo in mente. Imbraccia una chitarra acustica, accenna “Osterie di fuori porta” di Guccini e il pubblico comincia ad avere la sensazione di aver sbagliato concerto. Poi attacca alcuni brani del suo passato, tra cui “Via Borsieri Blues” con voce roca irriconoscibile. Boh.

Invece, quando lo raggiunge il resto del gruppo (Fabiola Torresi, basso e voce; Massimiliano Zagonari, sax e cori; Alessandro Marzi, batteria), la situazione comincia a delinearsi. Si parte con “Bimba se sapessi” ed è tutta un’altra musica. Torna il jazz vellutato, lo swing futurista, la vocetta che ha reso quell’album del 1983 un culto. Chi si aspettava, con quell’inizio, una riproposizione integrale di “Sabato Italiano”, sicuramente una delle cose più riuscite nel panorama nazionale di quella decade controversa, rimarrà però deluso. Perchè il concerto assomiglia piuttosto a “Swing&Soda”, bella raccolta uscita nel 1992, con le greatest hits del cantautore romano di stanza nella Milano da bere degli anni Ottanta. E così, ecco, in rapida successione, “Weekend”, “Italiani Mambo”, “Mercy Bocù”, “Il Garibaldi innamorato” in versione latineggiante alla Santana.

Mambo rumba chacha e beguine, Caputo alla chitarra in gran spolvero rivela la sua vena bluesy, la band non è da meno e la Torresi si fa notare in una versione per basso e voce di “Consider Me Gone” di Sting. La Caputorchestra spruzza divertimento sul pubblico, partono spesso i cori, soprattutto quando arrivano le canzoni del “Sabato”, la title track (dove la Roma felliniana si trasforma in Bologna), “Spicchio di Luna” , “Mercy Bocù”, “Week End” e “Mettimi giù”, che sarà il bis. Applausi e standing ovation, chissà cosa sarebbe successo se il disco fosse stato eseguito per intero,come si fa con i grandi classici.

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