Trascendentali, catartici, mistici, ma anche molto rock n’ roll. Questi sono stati i Radiohead che ieri, 14 giugno, hanno incantato i 50.000 paganti della Visarno Arena di Firenze. Radiohead molto diversi dal passato, sempre sublimi nell’eseguire e nel trasmettere emozioni, ma al contempo più rilassati e disponibili con il pubblico. Sono passati i tempi naif degli anni 2000, quando in piene ascesa e sperimentazione i ragazzi di Oxford venivano accusati di snobismo.
Un concerto tirato, durato due ore abbondanti e introdotto dal nuovo progetto di musica etnica targato Jonny Greenwood, tali Junun, e da James Blake, astro non più nascente, ma completamente affermato dell’ondata elettro-soul britannica. Bello, bellissimo, interessante, ma quando entrano i Radiohead, verso le 21:30, è tutta un’altra cosa. In fondo siamo lì per loro, no?
Chi si aspettava un inizio roboante con “Burn the witch”, deve placare i suoi istinti e immergersi nella splendida e toccante esecuzione di “Daydreaming” che apre il concerto: una canzone toccante dedicata a Rachel Owen, ex-moglie di Thom Yorke scomparsa recentemente .Oltre che dall’esibizione le emozioni sono letteralmente spinte fuori dal cuore da un gioco di luci meraviglioso e tridimensionale che catapulta la band in un’immaginario onirico. Se il concerto è un rito, il leader Thom Yorke in versione sciamano apre le braccia verso il pubblico quasi a raccoglierlo in un abbraccio mistico. E’ l’inizio della magia.
Nella scaletta c’è poco “A moon shaped pool”, ultimo lavoro discografico della band, di cui vengono eseguiti solo 5 brani, e tanti tanti classici pescati da “OK Computer” (che quest’anno compie 20 anni), come “Airbag”, “Let Down”, “Lucky” e un’intensissima “Exit Music (For a Film)”. Thom Yorke si diverte e forse, complice un nuovo amore tutto italiano (l’attrice Dajana Rancione, ndr), spende le sue poche parole con il pubblico parlando un italiano stentato, ma giocoso, alternato da scat vocali e borbottii che rendono più umano il leader dei Radiohead. Il rito continua, e passa dalle sapienti mani della sezione ritmica guidata dai solidi Phil Selway alla batteria, Clive Dreamer alle percussioni e Colin Greenwood al basso. Ai lati i tutto-fare Jonny Greenwood – che come al solito si alterna tra chitarra, synth, pianoforte e percussioni – e Ed O’Brien fanno il loro lavoro egregiamente. E non potrebbe essere altrimenti. La band suona senza sosta e senza affanno donando al pubblico una musica che pura gioia per le orecchie.
L’arena esplode all’inizio di “Everything in its right place”, si scatena su “Weird Fishes/Arpeggi”, segue i balletti di Thom sull’energica “Ful Stop”, sulla paranoica “Myxomatosis” e sull’incantevole “Lotus Flower”. La magia è completamente sbocciata. Nona manca l’intesità, ma non mancano nemmeno i suoni acidi e ruvidi del rock alla inglese. Letteralmente coinvolti dall’impatto visuale del palco dove si alternano luci e immagini psichedeliche e da una scaletta così ricca ed emozionante, i 50.000 sembrano un corpo solo, io stesso mi dimentico di essere vivo e pensante. E’ catarsi, ufficialmente.
Nei due bis che chiudono il concerto arriva la botta definitiva: “Paranoid Android”, “Street Spirit” e “2+2=5” colpiscono per la loro eterna bellezza e per come vengono eseguite. Il vero colpo arriva però con le ultime due canzoni. “Fake Plastic Trees” e “Karma Police” chiudono questa bellissima serata di giugno. 50.000 voci e cuori cantano e battono all’unisono. Ormai abbiamo superato ogni limite terreno. Il rito è compiuto, la magia ci ha attraversato. Si vola, completamente persi. A ricordarcelo è l’ultimo verso di “Karma Police” che chiude tutto: “For a minute there / I lost myself, I lost myself”
Poi ad un tratto si spengono le luci, ritorna la vita, finisce l’incanto e rimane solo l’estasi.
Si torna a casa, felici di aver visto una delle migliori band al mondo, contenti di esserci dimenticati della realtà, almeno per oggi.
SCALETTA:
Daydreaming
Desert island disk
Ful stop
Airbag
15 step
Myxomatosis
Lucky
Pyramid song
Everything in its right place
Let down
Bloom
Identikit
Weird fishes/Arpeggi
Idioteque
The Numbers
Exit Music (for a film)
Bodysnatchers
ENCORE 1:
You and whose army?
2+2=5
There there
Paranoid android
Street spirit (Fade out)
ENCORE 2:
Lotus flower
Fake plastic trees
Karma Police