La vita vertiginosa di Lester Young, jazzista unico

Una vita intensa e drammatica, un personaggio unico e ribelle come il suo sassofono tenore.

La storia di Lester Young è quella del più grandioso tenorsassofonista degli anni Trenta. Va senz’altro ricordato come il musicista che ha cambiato il modo di suonare il sax tenore influenzando tanti altri musicisti, come Charlie Parker, i sassofonisti del periodo cool e il suo erede più legittimo Stan Getz. È stato, d’altronde, un uomo che ha vissuto una vita davvero drammatica fatta di umiliazioni, persecuzioni, un processo militare ed una condanna al carcere che l’hanno spezzato, distrutto, trascinandolo verso la depressione e la droga.

Nato a New Orleans, fu avviato a undici anni nella band paterna e si dimostrò presto un talento musicale fuori dal comune. Trasferitosi a Kansas City, città delle big band, nel 1932 fece parte dei Blue Devils di Walter Page e nel 1934 entrò nella prestigiosa band di Count Basie. E’ mitico l’episodio di quando una sera che la band di Fletcher Henderson era a Kansas City e Lester Young sostituì al sax tenore il titolare assente, Coleman Hawkins. Lester Young riscosse uno straordinario successo e Hawkins decise allora di sfidarlo in una session, una sfida di sassofoni. Suonarono per quasi un giorno intero, ma Hawkins non riuscì a sconfiggere Lester Young che da allora fu battezzato “The President”.

La sua carriera artistica ebbe un veloce declino dopo la chiamata alle armi nel 1944: un’esperienza disastrosa in cui non venne nemmeno accettato nella banda militare a causa del suo carattere e del continuo uso di alcool e droga. Una personalità creativa non poteva che scontrarsi di continuo con i suoi superiori, e perciò subì maltrattamenti e derisioni, un processo alla Corte Marziale e 16 mesi di carcere lo segnarono profondamente.

La sua musica, però, si fece strada da sola, oltrepassando i pregiudizi razziali e di comportamento per approdare alla nostra dimensione emotiva e incantarci come una magia.Gli assoli di Lester in Lady Be Good e Shoe-Shine Boy del 1936, costituiscono il più incredibile debutto artistico nella storia del Jazz. La sua classe avrebbe meritato una vita migliore e fruttuosa e nonostante la salute compromessa anche negli ultimi anni riuscì a produrre una serie di ottimi dischi. Ci ha lasciato bellissima musica in compagnia della voce di Bill Holiday

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