Secondo Edith Steinschreiber Bruck (Tiszabercel, 3 maggio 1932) scrittrice e poetessa ungherese naturalizzata italiana “La musica dei Mishmash è lamento biblico, rievocazione, memoria di sè, pianto, riso, invocazione, allegria, suono dell’anima universale, profondità, fine e ricominciamento, terra ed elevazione, eco, pastorizia, cuore Yiddish, dialogo musicale che unisce le diversità e le somiglianze umane, creando un’armonia spirituale e carnale insieme con qualcosa che stimola la voglia di vivere, sollevarsi, muoversi e commuoversi.”
Il quartetto “Mishmash” (espressione mobile che in varie lingue racchiude svariati significati connessi al concetto di “mescolanza”, incontro biologico e culturale di etnie differenti) formato da Marco Valabrega al violino e viola, Domenico Ascione alle chitarre e ‘ud, Bruno Zoia al contrabbasso e Mosshen Kasirossafar alle percussioni persiane, è dotato di una fortissima “personalità musicale”, è travolgente come un fiume in piena e propone una versione molto originale e attraente della complessità di suoni che abitano il Mediterraneo, il mondo medio-orientale, i paesi dell’Est.
Di cultura e tradizioni diverse (cristiana, ebraica, islamica, buddista), quella del quartetto “Mishmash” è una musica che trova i punti di partenza fondamentali nel repertorio klezmer (la musica delle comunità ebraiche askhenazite), nelle romanze sefardite che racchiudono una regione che va dalla Spagna alla Turchia, nei brani tradizionali di musica persiana e medio-orientale, nei brani originali e d’autore ispirati da tali culture musicali. Attraverso scelte di arrangiamento e di esecuzione che rifanno quel sapore “vagabondo” che da sempre contraddistinguono questi repertori il quartetto si esibisce regolarmente in numerosi festival nelle principali città italiane ed estere, partecipando anche a trasmissioni radiotelevisive. Il terzo album del “Mishmash” dal titolo “Yasaman” è stato pubblicato per la Finisterre, con la voce vellutata di Yasemin Sannino di origine turca. I viaggiatori dello spirito con una certa irrequietudine, tipica di chi ha un cervello curioso, non possono fare a meno di tendere, senza neppure rendersene conto alla ricerca di un proprio sound originario, da occidentali verso oriente e viceversa. Mishmash è una di tali passionali carovane in viaggio dove le voci e le corde con performance catalizzanti si intrecciano in dissolvenza con una lingua unica, per comunicare al mondo, un interminabile, elegante viaggio che tende fortemente ad impressionare l’ascoltatore .