Per giudicare un lavoro musicale, soprattutto al giorno d’oggi, si tende a guardare al passato. Questo gruppo suona bene come suonavano trent’anni fa? Questo gruppo mi suona familiare? Può entrare a far parte della mia collezione super di nicchia che parte dal 1962 e pretende di trovare gruppi similari lungo tutta la spina dorsale della storia arrivando fino ai giorni d’oggi?
Per nostra “fortuna” ci sono miriadi di gruppi che rientrano in queste categorie, rendendoci facile scegliere cosa ascoltare. Tant’ è vero che il meccanismo blasonato di fare skipping fra una traccia e l’altra di un disco ci dà la sensazione di poterlo giudicare in meno di cinque minuti: poveri artisti! Magari il disco dura un’ora. Ma non è necessario ascoltarlo tutto e questa realtà è quanto mai giustificata.
Se suona come qualcosa che conosciamo, allora lo conosciamo, perché perdere tempo ad appassionarsi se conosciamo la trama e il finale di tutte le storie? In parole povere, manca il senso di scoperta, la fame di addentrarsi in profondità in un lavoro o in un disco tutto per intero perché manca la sfida nel farlo. Trovare qualcuno che rivoluzioni alla base il concetto di canzone così come la conosciamo è rarissimo. Un gruppo che scommetta tutto e che ce lo faccia sentire in musica. Un artista che magari segue solo quello che sente e cerca di trasmetterlo attraverso la musica. L’arte è un mezzo e non un fine. Per vostra fortuna abbiamo almeno un nome da consigliarvi in questo articolo. Stiamo Parlando dei Tune-Yards.
Merrill Garbus, letteralmente mente della band, è di classe ’79, originaria di New York ma trascorre la maggior parte dell’infanzia e dell’adolescenza in Connecticut. Frequenta lo Smith College prima di trasferirsi a Montreal dove per un periodo lavora al Teatro Sandglass nel Vermont nelle vesti di burattinaia. Nel frattempo suona l’ukulele nelle Sister Suvi. Il suo primo lavoro solista ossia, “Bird Brains” risale al 2009 ed è completamente autoprodotto, viene registrato sovraincidendo su nastri di vecchie audiocassetta dalla stessa Merrill. Se non fosse abbastanza, la Tune Yard lo compone con l’ausilio di solo un palmare per le registrazioni vocali. Poco dopo il disco viene notato e prende popolarità, così la Marriage Records di casa a Portland decide di produrlo attraverso una tiratura vinile limitata.
Nel Luglio dello stesso anno la musicista americana firma per la 4AD di Seattle che vanta già collaborazioni importanti come Bon Iver, Deerhunter e Daughter fra gli altri. Così finalmente “Bird Brains” viene rilasciato su scala internazionale. Nello stesso periodo viene ri-prodotto agli Abbey Road Studios di Londra sotto la mano di Christian Wright che vedrà l’aggiunta di due tracce al disco originale ovvero “Want me to” e “Real Live Flesh”. Arriviamo così al 2011 anno di uscita del secondo disco della Garbus: “WhoKill”. Prodotto sempre dalla musicista stessa, questa volta la grande novità è che al basso vediamo Nate Brenner che scriverà parti delle canzoni presenti in questo Lp e da questo momento in poi rimarrà nella band. Ecco la vera svolta artistica del duo. Se il primo lavoro della Garbus suonava come un calderone di idee un po’ confuse anche se brillanti e sicuramente non accessibili ai più, con questo “WhoKill” le trame interpretative complesse e le idee iperboliche che girano nel cervello di Merrill si trasformano in vere e proprie canzoni, traghettate e rilette in uno stile più pop e di facile accesso ma non per questo meno profonde dal punto di vista compositivo ed espressivo. Il disco accresce enormemente la fama dei Tune-Yards e due delle tracce presenti in questo lavoro: “Gansta” e “Bizness” saranno usate per pubblicità e serie televisive come “Orange is the new Black”. Questa volta i Tune Yards possono avvalersi anche di una strumentazione più ampia rispetto al primo “Bird Brains” e lo fanno agli Improved Studios di Oakland in California. Il risultato sonoro parla da solo. In poco tempo WhoKill spopola fra le riviste specializzate come New York Times, Spin Magazine e il Rolling Stone, apparendo sempre fra le migliori uscite dell’anno. Il tripudio arriva al suo apice quando lo speciale Pazz & Jop lo posiziona come disco dell’anno.
Per chi non lo sapesse, Pazz & Jop è un sondaggio annuale del giornale Village Voice e che annovera fra gli scrutinatori senza dubbio i migliori critici americani e del mondo. Si potrebbe dire che “WhoKill” ha vinto il premio della critica come miglior album del 2011. Finalmente nel 2014 esce il nuovo “Nikki Nack”; altro lavoro sublime sotto tutti i punti di vista. Ci troviamo davanti ad un gruppo che invece di guardare indietro ci costringe a rincorrerlo. Il duo Garbus-Brenner ha rivoluzionato il concetto di canzone pop, non solo nello stile, o nei suoni ma alle sue fondamenta aprendo per noi tutti amanti della musica un nuovo capitolo dove perderci senza timore, ma con molta fame. Le ritmiche e le atmosfere dei loro lavori provengono da tutto il mondo, ritmi tribali, voci schizofreniche, cavalcate: insomma c’è qualsiasi cosa. Per fare un tuffo nel futuro, in un futuro brillante che ci ricorda di come fare musica è difficile ma si può fare, sempre, puntando al massimo l’asta qualitativa. Noi ringraziamo i Tune-Yards per la boccata d’aria fresca che ci regalano ogni giorno. Adesso tocca a voi.