Franco D’Andrea – “Three Concerts live at the Auditorium Parco della Musica”

La Parco della Musica Records, etichetta discografica della Fondazione Musica per Roma, è nata con l’intento di promuovere e diffondere i migliori concerti realizzati all’Auditorium o proposti da artisti profondamente legati ad esso.  Con tre CD l’etichetta discografica dell’Auditorium di Roma intende rendere omaggio a uno dei migliori pianisti contemporanei, Franco D’Andrea, che sta attraversando una fase artistica molto felice. A settantatré anni compiuti esprime una verve giovanile inusitata.  Il cofanetto è composto di tre dischi che contengono le registrazioni live dei tre concerti tenuti tra il 2013 e il 2014 all’Auditorium Parco della Musica in occasione della Carta Bianca affidatagli.

Le registrazioni testimoniano la ricca operosità concertistica di D’Andrea che spazia dal piano solo, al sestetto (con cui D’Andrea ha già pubblicato per la PMR il disco Monk and the Time Machine e con cui ha ottenuto il Top Jazz 2014 come migliore gruppo), a un progetto speciale in trio con Dave Douglas e Han Bennink ideato in esclusiva per l’Auditorium Parco della Musica.

Perno costante del lavoro di D’Andrea è l’interplay con i musicisti, a cominciare dal suo sestetto composto da Andrea Ayassot al sax alto, Daniele D’Agaro al clarinetto, Mauro Ottolini al trombone, Aldo Mella al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. Composizioni brevi, mai banali, si intervallano mettendo in risalto un costante e proficuo dialogo tra i musicisti, che procedono come seguendo un vagheggiato  canovaccio sul quale poi, come in un intarsio, trovano spazio momenti di improvvisazione pura. Deus Ex Machina del processo è il pianoforte di D’Andrea, motore trainante di tutte le composizioni.

Il quadro che questo cofanetto restituisce è quello di un concerto nel quale molto è lasciato all’istinto e all’intuizione, riuscendo a immortalare un qui e ora di tre musicisti in stato di grazia.

Il concerto in piano solo di Franco D’Andrea chiude il trittico mostrando il pianista di Merano come un musicista poliedrico. Si tratta di un artista che ha a disposizione una tavolozza infinita di colori riuscendo a conferire alla propria musica una quantità incredibile di suggestioni e sfumature. Pur restando sempre legato al jazz della tradizione (come quello degli anni ’20, ad esempio), D’Andrea non rinuncia alle aperture più ardite suonando una musica impreziosita da anni di collaborazioni eccellenti con musicisti anche dal background molto dissimile dal proprio.

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