Dopo l’acclamato concerto del 7 giugno di quest’anno a Trezzo d’Adda, la band californiana di Chino Moreno torna in Italia il prossimo anno, per l’unica data italiana del Deftones Gore tour, prevista per il 21 aprile 2017 al Fabrique di Milano.
Una notizia che come minimo farà venire l’acquolina in bocca agli appassionati di nu metal, di cui i Deftones vengono considerati, insieme ai Korn, i capostipiti. Inoltre parliamo di una delle band più innovative, per non parlare del fatto che probabilmente sono gli unici del genere che riescono ancora a tenerne alto il vessillo, nonché a procacciarsi di volta in volta nuovi adepti anche fra chi non ama particolarmente i classici gruppi nu metal come i Korn, i Linkin Park o i Limp Bizkit, grazie ad una continua, sapiente e raffinata sperimentazione musicale e ad una buona dose di elementi post-rock, new-wave e shoegaze, che rendono ogni album piacevole da assaporare anche per i palati più difficili.
Certo, si dirà, per i Deftones è impresa ardua, se non impossibile, raggiungere ancora una volta il successo trionfale di “White Pony” (2000), l’album più venduto e ritenuto da molti il loro masterpiece, o “Around the Fur” (1997), che è stato inserito al 17° posto nella lista dei 50 album più influenti di tutti i tempi stilata dalla rivista british Kerrang! nel 2003. Tuttavia, ciò non significa che “Gore”, la loro ultima fatica pubblicata lo scorso aprile dalla Reprise Records, sia da buttare nel cestino. Checché se ne dica, infatti, il percorso della band è contrassegnato da cadute assai rare (senza contare, chiaramente, quella dell’ex bassista Chi Cheng, che a seguito di un incidente stradale nel 2008 è rimasto in stato di coma semicosciente per più di quattro anni, per poi morire nel 2013, venendo nel frattempo sostituito dall’attuale Sergio Vega) e “Gore” non si allontana da questo standard: le recensioni sono in generale più che positive e parlano di un lavoro che, seppure un po’ sottotono in un paio di brani centrali, nell’insieme risuona graffiante ed ispirato, con un buon equilibrio tra aggressività e melodie malinconiche e sognanti.
Secondo Pitchfork si tratta addirittura dell’album più avvincente dai tempi di “White Pony”: noi non ci spingiamo a tanto, visto il successo innegabile di “Diamond Eyes” (2010), ma soprattutto vista la problematicità che si incontra ogni qualvolta si cerca di racchiudere gli album della band di Sacramento in una formula o un giudizio univoco. Quello di cui siamo certi è che non vediamo l’ora di essere presenti all’appuntamento a Milano del loro prossimo tour, di cui vi mostriamo qui sotto la locandina, postata ieri dagli stessi Deftones sulla loro pagina Facebook: