Napoli Trip è un viaggio nelle sonorità napoletane che in sedici tracce mescola tradizione e sperimentalismo. Un viaggio che assomiglia a un gioco, un gioco linguistico che si fonde con la parola “Napolitudine”, quel sentimento di melanconia che assale chi rientra a casa dopo qualche giorno trascorso a Napoli.
Nato dalla collaborazione con amici e musicisti di varia provenienza geografica e musicale, le sonorità di Napoli Trip reinterpretano brani popolari della tradizione campana, a partire da Carovan Petrol di Renato Carosone, ‘O Sole Mio di Capurro e Di Capua, Putesse Essere Allero di Pino Daniele, con punte di originalità soprattutto nelle versioni intime e delicate di Reginella e Nu Quarto ‘E Luna.
Più giocose e divertenti le note di Bel Ciccillo e ‘O Guappo ‘nnammurato, grazie a sonorità orchestrali che partono dal piano di Bollani ai flauti, tromboni e clarinetti, guidati dalla regia di Daniele Sepe. Il sassofonista campano riesce a fondere le sue origini con i suoni contemporanei jazz e funk, dando vita a brani di elegante personalità come Il valzer del cocciolone, accompagnato dal clarinetto di Nico Gori.
Tre i brani completamente originali, Maschere, Vicoli e Sette, composti da Stefano Bollani e accompagnati sempre da Sepe e Gori, a cui si aggiungono due artisti molto diversi tra loro: il batterista francese Manu Katche e Jan Bang, dj novegese che tralascia la sua attitudine al remix dei dj set per dare spazio al tocco delicato del pianoforte di Bollani, che a tratti inquieta e a tratti si concede lunghe pause: un vero e proprio omaggio al silenzio religioso di una città che si addormenta sulle rive del mare.
E ancora una volta sulle spiagge di un tramonto sul mare ci accompagna il mandolino di Hamilton de Holanda, nel brano di chiusura Reginella: tocchi raffinati che danzano malinconici con gli ultimi bagliori di un giorno che scompare tra i colori delle acque placide dell’estate.
Non sarà un caso, perciò, che ascoltando Napoli Trip, ci si perda nei cerchi concentrici di un sasso gettato nell’acqua. Un quarto di luna che allarga l’orizzonte, note fresche e vivide come l’acqua che lievemente si solleva dalla superficie e poi sempre più silenziosamente si muove costruendo forme circolari, fino al punto in cui tutto tace.
Bollani sperimenta nuovi approdi, un’altra Itaca, raggiunta con marinai e aiutanti di alto livello. La riscoperta di una Napoli che per il pianista milanese “è un luogo che ciascuno crea con i propri pensieri: se cerchi il malamente quello troverai. Vale anche per il romanticismo o per la munnezza”.
Tracklist di “Napoli Trip”
‘Nu quarto ‘e luna (Nino Oliviero / Tito Manlio)
Maschere (Stefano Bollani)
Vicoli (Stefano Bollani)
Il valzer del cocciolone (Daniele Sepe)
Lo choro di Napoli (Stefano Bollani)
Il bel ciccillo (Salvatore Capaldo/Arturo Trusiano)
Apparentemente (Stefano Bollani)
Putesse essere allero (Giuseppe Daniele)
‘O sole mio (Eduardo Di Capua /Alfredo Mazzucchi / Giovanni Capurro)
Quel che si diventa (Stefano Bollani)
Napoli’s blues (Nico Gori)
Caravan Petrol (Renato Carosone/Nisa)
‘O guappo ‘nnammurato (Raffaele Viviani)
Guapparia 2000 (Lorenzo Hengeller)
Sette (Stefano Bollani/Jan Bang)
Reginella (Gaetano Lama/Libero Bovio)