Dal 14 ottobre 2016 al 15 gennaio 2017 l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici presenta la mostra “350 anni di creatività” curata da Jérôme Delaplanche, responsabile del dipartimento di storia dell’arte. Creata nel 1666 da Louis XIV, l’istituzione festeggia quest’anno il suo 350° anniversario con un palinsesto speciale che ne ripercorre la storia.
La mostra “350 anni di creatività” rivela l’attività creativa degli artisti dell’Accademia di Francia a Roma durante il loro soggiorno nella Città eterna, riunendo i lavori di una nutrita schiera di borsisti che hanno contribuito al prestigio dell’istituzione e dei direttori più celebri.
Sono esposte oltre cento opere realizzate dal 1666 a oggi da artisti quali Fragonard, David, Ingres, Berlioz, Garnier, Carpeaux, Debussy e Balthus.
In origine, i borsisti – pittori, scultori e architetti – venivano a Roma per realizzare copie dei capolavori presenti in Italia e perfezionare così la loro pratica artistica. Queste copie erano poi mandate in Francia per essere valutate e, nel tempo, andarono ad abbellire le residenze reali, principalmente Versailles. La formazione degli artisti, guidata dal direttore, era organizzata intorno alla frequentazione di luoghi storici e allo studio dei grandi artisti italiani come Bernini e Piranesi.
La rappresentazione del corpo ha sempre occupato un posto privilegiato nella formazione dei borsisti. Anche le raffigurazioni di palazzi, di statue antiche e della campagna romana sono stati soggetti ricorrenti nella produzione degli artisti dell’Accademia.
Il percorso espositivo riunisce dipinti, disegni, sculture, incisioni, partiture e documenti d’archivio che testimoniano la varietà della creazione artistica.
Si tratta di un viaggio affascinante in grado di trasportare i visitatori attraverso tre secoli e mezzo di arte francese, avvicinando il pubblico alle generazioni di artisti che si sono avvicendate all’Accademia di Francia a Roma e che mostrano, nel caso dei pensionnaires, le prime tappe della loro carriera.
E. Toudouz, Eros e Afrodite
(Foto di Carlo Marino)