Melodie profonde, dub malinconico e storie di vita raccontate dal suono caldo della lingua napoletana.
Ritorno in codice per gli Almamegretta con il nuovo album EnnEnne, una doppia enne che indica “Nescio Nomen”, l’espressione latina usata per i bambini nati da genitori sconosciuti.
Una dichiarazione di libertà e malinconia, ritorni e nuovi inizi. A distanza di vent’anni dall’uscita di Sanacore la voce di Raiz (Gennaro Della Volpe) e la produzione di Adrian Sherwood, completano una reunion attesa già in preparazione da un paio di anni.
EnnEnne contiene 9 tracce inedite e un omaggio alla musica napoletana con la cover di Ciucculatina d’a ferrovia di Nino D’Angelo.
Dup cupo con melodie miste, racconti di “anime migranti” che si sciolgono in una lingua napoletana più immediata, fusa a frasi italiane e inglesi. Dalla carica di On the run fino al sound alchemico di Curre Core, dalle speranze di un futuro diverso di una diciottenne detenuta nel carcere Pozzuoli di Votta a passà – con la voce di Cristina Donadio – alle confessioni chiuse da un tormentato assolo blues di A gente, la traccia che chiude un album da ascoltare ripetutamente per comprendere appieno il valore profondo del messaggio nascosto nei testi.
Sonorità struggenti e intimistiche che non dimenticano le commistioni orientali e partenopee tipiche del dub degli Almamegretta, come nelle tracce Gimmerlove e Musica popolare.
Nuovi arrangiamenti e nuove scritture, cambiamenti sostanziali, che il tastierista Pablo (Paolo Polcari) conferma e riconduce “alla naturale crescita anagrafica e professionale di tutti noi. È logico che affrontiamo le cose con meno istintività, il bagaglio di vita personale e di gruppo si è “appesantito” nel frattempo e questo si porta dietro anche una certa dose di disillusione rispetto ad alcune dinamiche che regolano questo mestiere. Una parte delle canzoni nasce da idee venute fuori in lunghe live sessions in cui suonavamo tutti insieme e registravamo tutti gli spunti interessanti che venivano fuori, per poi dopo svilupparli in studio. Perché ci tenevamo che il disco aderisse nello stile il più possibile a quello che è il nostro sound di band”.
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